Il videogioco erotico Orgy Escape rappresenta la giusta ricompensa del maschio italiano da una giornata di lavoro. Torna stanco morto a casa e vuole distrarsi? Questo semplice nei movimenti, ma ingegnoso gioco rappresenta ciò che di meglio è possibile offrire a livello virtuale ad un uomo: la possibilità di maneggiare tante donne nude.
Quello che vi proponiamo oggi è un videogioco erotico decisamente differente da tutti quelli che fino ad ora vi abbiamo presentato. Potreste considerarlo fuori luogo, esagerato o addirittura non adatto ad entrare in questa categoria quanto in una guida anatomica all’apparato genitale femminile. Quel che è certo è che a prescindere dal fatto che si sia uomino o donne, con “Pussy o Raw meat?” l’ilarità è davvero a portata di mano. Non si può resistere.
Sex position è un programma in flash molto interessante. E non solo perchè come spiega letteralmente il suo nome si occupa di posizioni sessuali, ma perchè da modo a chiunque vi si interfacci di crearsi una posizione a suo piacemento da mettere poi in atto nell’intimità della propria alcova. Una sorta di kamasutra “work in progress” davvero esilarante, soprattutto se non si ha una eccessiva manualità e confidenza con il programma stesso.
I videogiochi erotici sono la branca forse più particolare dell’intero mondo della pornografia. Ed alcuni di loro non posseggono particolari capacità se non quella di stuzzicare particolari tipi di gusti. Heaven’s doll rientra in questa tipologia di videogame essendo caratterizzato sì da una bella grafica, ma risultando nella gran parte della sua composizione…assolutamente privo di interesse ludico.
Il bello di alcuni videogiochi erotici, per quanto stupidi possano essere, si concentra spesso e volentieri sul titolo. I programmatori al fine di attirare più persone possibili ad acquistarli e giocarci lasciano correre la propria fantasia inventando spesso dei titoli che risultano spesso più interessanti del gioco stesso. E’ il caso di Olympic Dildo Skating, sebbene quest’ultimo faccia parte di un filone davvero completo di compendi ludici pornografici.
Se parliamo di videogiochi erotici e nominiamo She has a dildo, è fuori di ogni discussione che si sa già dove va a parare. Ovviamente i sex toys in generale acquistano un valore particolare all’interno dell’intera vicenda, specialmente se a coadiuvare il tutto vi è un’atteggiamento da porca della protagonista. E credetemi che se uso questo termine eccessivamente “colloquiale” una motivazione più che seria persiste alla base.
Se si ha la passione dei videogiochi hentai, o come nel mio caso ci si entra in contatto per lavoro, talvolta ci si imbatte in soluzioni che sebbene non rappresentino l’eccellenza in praticamente nulla, colpiscono in maniera particolare e non si riesce ad ignorarli. Nonostante il gioco non abbia praticamente “né arte né parte”, è quello che è successo a me quando ho avuto a che fare per la prima volta con Couple fuck. E’ stupido, è poco preciso, ma è “diverso”.
Lo abbiamo sempre detto e lo ripeteremo fino alla nausea. Quando si parla di videogiochi erotici basati su stile hentai, vi è di tutto ed ancora di più a disposizione. Partendo dalla dominazione, spesso condotta fino al suo estremo, fino ad arrivare al bondage. Non mancano poi quei giochi basati esclusivamente sulle diverse posizioni da intraprendere. Dei veri e propri arcade che basano tutto il loro essere su azioni senza trama. Horny Girl Maiko è uno di questi.
Quando si lavora nel campo del sesso e dell’erotismo, con molta facilità ci si trova a buttare più di uno sguardo sugli hentai. Il dedicarsi con un certa regolaritàalla recensione di videogiochi rischia davvero ( e la scelta di tale verbo è voluta, n.d.r.) di catapultare l’ignaro recensore in situazioni che davvero pensava impossibili e che lo portano a chiedersi se chi sceglie di programmare questi giochi sa davvero cosa sia il mondo BDSM o meglio il limite della decenza nelle descrizioni.
Oggi vi presento l’ultima recensione del 2011, sperando che con il nuovo anno anche i programmatori di videogiochi erotici siano intenzionati ad alzare un tantino di più il tiro ed a regalarci del materiale un pochino meno scopiazzato e decisamente originale. Per quanto riguarda il gioco che vi sto per recensire, Vacant Position il problema non consta assolutamente nella qualità della storia, quanto nella mancanza di quel non so che in grado di farci pensare che finalmente, ad una buona grafica sia collegata una trama davvero decente.
