Diario di una Maiko: la scuola di seduzione di un’apprendista geisha

Il cuore di un uomo è il cuore del Giappone e finché il cuore del Giappone batterà per una geisha, entrambi sopravvivranno.

Chi è la geisha? Non è una cortigiana e non è una moglie. Soprattutto, non è una prostituta. E’ un’opera d’arte e insieme è un’artista, che vende non il suo corpo ma l’abilità di creare un altro mondo, un mondo dove regna solo il bello, dove erotismo e seduzione sono il risultato di un lungo e difficile percorso.

Sotōri, la giovane protagonista di “Diario di una Maiko” questo lo sa bene. All’età di soli quindici anni, è stata accettata in una okiya di Kyoto. Okiya è come vengono chiamate le boarding house, quasi delle pensioni che addestrano e ospitano le giovani Maiko, le ragazze scelte per apprendere l’antica arte della seduzione. Un arte che Sotōri riconosce nelle leggiadra e soave Naoko, sensuale e famosa geisha. Per lei, Sotōri abbandonerà tutto, casa, famiglia, amori; per lei diventerà una Maiko, cioè un’apprendista geisha, così da poter rivedere ancora quella splendida creatura, terrena e insieme magica.

Diario di una webcam girl: quando una spogliarellista si confessa

Di lei ne abbiamo già parlato. Si chiama Helen, ha 25 anni e per guadagnare qualcosa si spoglia in chat. “Diario di una webcam girl”, un lungo racconto/confessione sul mondo delle videochat erotiche, è il suo primo libro.

Eccovi un breve stralcio del libro, e a seguire un video di Helen, la cam girl più famosa del Web.


Non temo le critiche perché riuscire a guardarsi allo specchio non è sempre facile quando sei soggetta a una raffica di giudizi. E giudicarsi non è mai cosa semplice. Eppure mi sto mettendo a nudo davanti a voi senza pentimento, sapendo comunque sin d’ora che nessuno… e dico nessuno… sarà in grado di addentrarsi così profondamente nel mio abisso senza rimanerne segnato.
Sono una donna rigenerata… il riflesso difforme di una specie umana nuova, l’opposto della medaglia che noi tutte mostriamo… e non ho peli sulla lingua nel rivelare ciò che sono e penso.
Mi sono esibita, confidata, masturbata in compagnia di innumerevoli persone: studenti universitari, padri di famiglia, fidanzati in procinto di sposarsi, coppie e anche un prete. Nessuno escluso. Ho conosciuto ogni genere di categoria: professori, medici, avvocati, ingegneri,architetti, manager, muratori, idraulici, elettricisti, forze dell’ordine, militari, guardie giurate,portieri d’albergo, senza dimenticare bancari, politici, calciatori di serie A, famosi personaggi televisivi, importantissimi uomini d’affari della società italiana. Con alcuni di loro ancora oggi ho un ottimo rapporto e legata da profonda amicizia. Molti volevano portarmi a letto ad ogni costo, anche pagando; altri invece cercavano solamente una persona con cui parlare e confidarsi.
Il fiato del vento che vi sto portando appresso, questa sorta di aria nuova che sento rigenerarmi, mi consente oggi di improvvisare questo mutevole sfogo, di cui probabilmente finirò presto col pentirmi, ma così sia… tanto non ho nulla da perdere…
Io sono Helen… ricordatevi questo nome…

Isabella Santacroce, scrittrice sexy e ribelle

Isabella Santacroce è una scrittrice di Riccione, fuori dalle regole, trasformista, provocatoria, sexy, ribelle, dannata, che descrive temi d’amore, violenza, omosessualità, sesso, morte, perversioni sessuali e tanto altro. E’ sempre stata diretta e esplicita nel suo scrivere, senza preoccuparsi delle critiche e dei soliti schemi, forse perchè non ha nulla da perdere.

La sua arte va assaporata parola per parola, libro per libro. Non si può leggere la Santacroce con pregiudizio, altrimenti non la si capirà mai. Le varie accuse che le sono state rivolte per via degli argomenti “forti” trattati su alcuni libri, sono critiche che vanno capite e analizzate con cura, prima di trarre conclusioni veritiere.

Nel suo ultimo libro dal titolo V.M.18 (Fazi Editore) compare la dedica “A Dio Onnipotente mio marito”. Ma il libro contiene espliciti rimandi alla masturbazione e all’autoerotismo, pratiche da sempre condannate dalla chiesa cattolica. Quanto basta per attirare sulla scrittrice minacce di vario genere, e naturalmente anche querele.

Mi sembra di ritornare ai secoli passati, quando si condannavano gli scrittori perchè avevano osato troppo, messo una parola in più o fatto conoscere un nuovo significato. Vogliono arrestare Isabella? Potrebbe essere un’idea, ma l’importante è che continui a scrivere, perché scrivere è ciò che sa fare meglio.

Zone Umide, sesso e neofemminismo per un libro scioccante

Si è parlato molto del romanzo d’esordio di Charlotte Roche, che in Germania ha venduto tantissimo e che qui da noi è arrivato grazie all’ottimo lavoro della Rizzoli.

Zone Umide apre un capitolo nuovo nell’inflazionato panorama della letteratura erotica al femminile, grazie al tono impietoso della narrazione – a tratti pornografico – che racconta il corpo della donna, i suoi umori ed i suoi odori con una sincerità mai vista prima. La protagonista del libro è Helen Memel, sfrontata diciottenne dotata di una curiosità irresistibile verso i cambiamenti del proprio corpo, descritti attraverso la storia della sua educazione sessuale, e insieme sentimentale: il rapporto con la famiglia, gli incontri con altri uomini, la sua solitudine, le pratiche di autoerotismo più fantasiose, perfino i metodi per costruire sex toys fai-da-te partendo da semplici noccioli di avocado.

Le Zone Umide del corpo femminile sono le vere protagoniste di questo libro. Helen ci descrive con minuzia di particolari le labbra della sua vagina (che si fa depilare con cura da Kanell, un etiope conosciuto al mercato), così come indugia con compiacimento davanti alla forma ed elasticità del suo ano. Ed il suo racconto è una strada che porta all’intimità più profonda della donna che non è – attenzione – innocua e distante, “patinata” come vuole la pubblicità.

Classici dell’Eros, Justine o le sventure della virtù


“Sì, sono un libertino, lo riconosco: ho concepito tutto ciò che si può concepire in questo ambito, ma non ho certamente fatto tutto ciò che ho concepito e non lo farò certamente mai.
Sono un libertino, ma non sono un criminale né un assassino.”

(Marchese de Sade, Lettera alla moglie, 20 febbraio 1791)

Di sicuro conoscete il Marchese De Sade, o comunque avrete un’idea del personaggio. Donatien-Alphonse-François de Sade, meglio conosciuto come Marchese de Sade, soprannominato anche il Divin marchese è stato autore di diversi libri erotici, tanto che il suo nome è stato legato all’origine del termine sadismo. Questo perché le opere di De Sade contengono numerose scene di stupri e di perversioni sessuali, molte delle quali prevedono l’uso della violenza.
Justine, o le sventure della virtù è una sorta di testo manifesto del Marchese de Sade convinto del fatto che in un mondo cinico ed egoista sono i più buoni e virtuosi ad avere la peggio. Un capolavoro del vizio scritto dalla mano di un autentico libertino. Il libro racconta appunto di Justine, un’anima candida costretta a vivere tra corruzione e lascivia.