Paradoxia di Lydia Lunch, il diario di una predatrice

“Deviata dagli uomini, da un uomo, mio padre, sono diventata come uno di loro”.
E’ l’incipit dell’aggressiva e trasgressiva autobiografia di Lydia Lunch, artista a tutto tondo e donna fuori dal comune.

Nata a Rochester, New York, e trasferitasi in seguito in quel di Barcellona, Lydia ha imparato a truffare, rubare, scroccare e fottere molto presto. All’età di tredici anni già metà del suo vicinato la conosceva, in senso biblico, ovviamente. Aprire le gambe a quell’età avrebbe voluto essere per lei una via di fuga, una scappatoia dai pensieri di un padre molesto e approfittatore, di lei e del suo sesso. Ma a soli sedici anni Lydia riesce ad andar via da casa, si muove verso New York e con pochi dollari riesce a sopravvivere con piccoli trucchi che dagli anni ’70 in poi sono diventato molto comuni: primo tra tutti è la vendita di pasticche fasulle a eroinomani incalliti, e secondo è l’adescamento, di uomini vogliosi di tutte le età, disposti a tutti pur di assaggiare la carne fresca di una giovane donna.

Lydia Lunch descrive le sue tresche e le sue avventure in modo scabroso e affascinanate, e nulla toglie ai particolari di una vita che a molti potrebbe apparire, giustamente, men che disdicevole. Scopate, rapine, droghe varie, alcol, furti, sangue, locali bui e senza dignità, stanze pregne di orribili odori e di terribili e viscidi uomini tossici o pervertiti. Orgasmi collettivi. Se volete leggere di rapporti sessuali privi di ogni goccia di dolcezza e di romanticismo, e se il sesso bestiale vi attrae da morire, allora non potete perdervi questo diario di una predatrice, pubblicato nel 2006 dalla casa editrice Leconte e più che mai sconvolgente.
Paradoxia è l’esempio lampante del famoso modo di dire: la realtà sconvolge più dell’immaginazione.

In questo caso però è Lydia Lunch a sconvolgere più di tutto.

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