Asfissiofilia: come funziona ed il piacere che ne deriva

Oggi parliamo di asfissia erotica. Si tratta di una pratica spesso molto diffusa ed ancor più di sovente condotta da persone che non sono preparate a metterla in pratica. Non si tratta di un “gioco” pericoloso se si sa come farlo e sicuramente se si sa come e soprattutto quando fermarsi. Nota scientificamente sotto il nome di Asfissiofilia, essa si connota nel piacere derivante dalla soffocazione. Si tratta di una pratica utilizzata nel sesso estremo, e negli ambienti BDSM.

Perché è così ricercata? A livello scientifico la spiegazione è servita su un piatto di argento: grazie alla scarica di adrenalina che il cervello manda al momento del soffocamento, la stessa, unita all’orgasmo ha un effetto devastante in quantità di piacere. Ma non è una pratica adatta a chiunque. Soprattutto è necessario saperla condurre. Altrimenti si rivela solo una lotta impari con il rischio di lasciarci la vita. Ed addio piacere e del tutto.

Tecnicamente, nel momento in cui ad una persona viene indotta un’asfissia, nel sangue aumenta il livello di anidride carbonica e diminuisce quello di ossigeno, che fanno da interruttore all’adrenalina che come vi abbiamo accennato potenzia l’orgasmo. La conseguenza “piacevole” non deve portare però a pensare che sia una pratica messa continuamente in atto, anche negli ambienti BDSM. Viene infatti affrontata solo da persone molto esperte. E come nel caso dello Shibari, una forma molto particolare di bondage, essa deve essere affrontata solo se si sa quello che si sta facendo.

Quando ci si trova a mettere più pratiche estreme in atto nello stesso momento infatti, bisogna coltivare anche una “particolare” attenzione al particolare. L’imprevisto può rivelarsi in qualche modo fatale. Ed un esempio palese non è solo il recente episodio di cronaca avvenuto a Roma, ma le decine di persone che ogni anno nel mondo muoiono a causa dell’asfissia autoerotica messa in atto.

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