Lo Shibari non è un killer ma attenti alla sicurezza

Quando parlo di bondage o di shibari, una delle cose che ripeto fino allo sfinimento è quella di fare attenzione alla sicurezza. Questo argomento è tornato di scottante attualità dopo l’incidente avvenuto a Roma, nel quale una ragazza di appena 24anni ha perso la vita, e un’altra è ora ricoverata in gravi condizioni. Le due avevano accettato di partecipare ad una pratica di costrizione chiamata “La bilancia”, sotto la supervisione di Soter Mulé, ingegnere romano 42enne, appassionato di pratiche bondage e shibari.

Le ragazze, vestite, erano appese con una corda legata al collo e fatta passare sopra a un tubo sul soffitto, con un meccanismo simile a quello della bilancia. Attraverso il gioco dello Shibari ognuna faceva da contrappeso all’altra alternandosi in saltelli: se la prima scendeva verso terra, l’altra saliva verso l’alto con il balzello, dandosi la spinta con le punte dei piedi, in una sorta di dondolìo. Salendo, la corda provocava uno soffocamento, che produrrebbe una sensazione simile all’orgasmo. Ma una delle due ragazze a un certo punto è svenuta restando in terra e costringendo a restare in alto l’altra, che è così morta impiccata. (Repubblica)

La vicenda è molto triste, perché certe cose non dovrebbero mai accadere. Ma ciò che è successo non deve essere usato per attaccare la comunità sadomaso, scelta facile ma sbagliata.

Le notizie che si sono succedute in queste poche ore sono state riportate in maniera a dir poco fuorviante. Quasi tutte le testate online oggi parlano di giochi erotici mortali, probabilmente ignorando un particolare della massima importanza: lo shibari non è un gioco erotico, ma una antica pratica di legatura giapponese che veniva utilizzata dai samurai per bloccare i prigionieri, presente anche nelle cerimonie religiose dell’epoca. Con il passare degli anni, questa è divenuta una forma d’arte, tanto che fotografi e artisti come Nobuyoshi Araki usano lo shibari nelle loro opere. E anche in Italia non sono pochi i maestri bondager a professare lo shibari, e che tuttavia non sono interessati al sesso o al sadomaso, ma solo a scattare delle buone foto.

Perché sto dicendo questo? Innanzitutto perché sono contraria al facile sensazionalismo, e sbattere il sesso in prima pagina può andarmi bene solo se il contesto è pertinente. Non se serve a vendere più copie.

Lo Shibari non è un “rituale sadomaso” come ha scritto qualche giornalista che probabilmente ha confuso i sadomasochisti con i satanisti (i rituali lasciamoli a loro, per piacere). Soprattutto la comunità BDSM non è una setta da guardare con sospetto.

Lo Shibari non è più pericoloso del Bungee Jumping. L’importante è rispettare le norme basilari di sicurezza.

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