Polvere magica: ecco la seconda parte del racconto

Dopo la prima parte del nostro racconto, arriva la continuazione.

Sono trascorsi appena tre giorni dalla sera in cui Giusy ha prodotto le sue avance.
Stasera sarò di nuovo in turno con lei.
Ancora non so come comportarmi in sua presenza.
Perché ho lasciato che mi toccasse i seni?
Perché?
Perché le ho lasciato credere di accettare le sue avance?
Per timidezza?
Per curiosità?
Non so nemmeno da che parte si cominci a fare all’amore fra donne.
Mi resta invece la consapevolezza del turbamento che ha provocato su di me la mano che ha posato sul mio seno.
Una cosa però l’ho fatta.
Assurda, ma l’ho fatta.
Me l’ha insegnata un medico specialista nel periodo in cui prestavo servizio in radiologia.
Tempo fa mi ha fatto dono di una polverina fluorescente, credo sia tungstato di calcio.
La sostanza ha la proprietà, quando è colpita da radiazioni, anche invisibili come lo sono i raggi X o gli ultravioletti, di emettere una luce azzurrina.
E’ su questo principio che in radiologia sono impressionate le pellicole radiografiche.
Stasera prima di venire al lavoro ho preso cura del mio corpo.
Ho eseguito la ceretta alle gambe.
Mi sono rasata con dovizia i peli superflui attorno alla passerina ed ho cosparso sui peli intorno alle grandi labbra un poco di quella polvere invisibile.
Così ho voluto rendere la mia fichetta più “interessante” agli occhi di Giusy.

Polvere magica: una storia d’erotismo in tre parti

Continua la nostra incursione nell’erotismo con un nuovo e peccaminoso racconto, selezionato per voi amici di Cooletto, dai migliori blog e newsgroup specializzati.


Polvere magica.

  • prima parte

Assunsi la decisione di fare l’infermiera il giorno in cui vidi mio fratello, allora dodicenne, appartarsi con alcuni coetanei dietro la legnaia di casa e masturbarsi.
Si misero seduti sull’erba del prato.
Formarono un cerchio e iniziarono a confabulare fra loro.
A quel tempo ero una bambina ed incuriosita dal loro modo di fare andai a nascondermi dietro il fusto di un grosso albero e rimasi ad osservarli, senza capire di preciso cosa stessero combinando.
Uno dopo l’altro si slacciarono la patta dei pantaloni e tirarono fuori il pisello.
L’impressione che ne ebbi fu di un rituale magico, tanto mi appariva misteriosa la cosa.
Poi, ad un comando di quello che fra loro sembrava essere il capo del gruppo, iniziarono a toccarsi.
La scena m’incuriosì a tal punto che ancora oggi ne porto vivo il ricordo insieme a poche altre cose che hanno segnato la mia vita.
Quella, infatti, fu la prima scena di sesso cui mi capitò d’assistere.
Dal concitato parlare dei ragazzi intuii che si trattava di una gara il cui vincitore sarebbe risultato chi fra di loro avrebbe eiaculato per primo nel prato.
Nonostante mio fratello fosse il più giovane d’età, aveva l’uccello più sviluppato rispetto a quello dei suoi compagni e si aggiudicò la competizione dopo pochi tocchi di mano.
In quella occasione provai una certa invidia nei suoi confronti e dei compagni di gioco.

Racconti Erotici: Azzurra (II parte)

Continuano le avventure di Azzurra ora alle prese con uno strano rapimento.

Era svenuta. Ma piano piano il buio svanì. Le immagini si fecero più nitide.
Vedeva l’armadio davanti al suo letto, non riusciva a muovere le le braccia, né a divaricare le gambe. Cercò di dire qualcosa ma si accorse di non riuscire neanche a muovere le labbra. Era bloccata a letto. Ora cominciava a ricordare; capì la situazione in cui era.
“Allora ti sei svegliata principessina…”
Una voce femminile veniva dalla porta. Una donna bionda stava lì, poggiata allo stipite, con un bicchiere d’acqua tra le mani.
“Credevo di doverti svegliare io… beh, fa niente, è uguale…” Versò comunque l’acqua in testa alla ragazza…
Azzurra voleva gridare, ma qualcosa glielo impediva, era nastro adesivo.
“Non mi riconosci? Sono Sara.”
Azzurra adesso era cosciente. Sì, era proprio Sara, la sua amica. La conosceva fin dai tempi della scuola. Ma che voleva da lei? Perché si comportava così?
“Sgualdrina, ti ho visto sai? Mentre parlavi col mio fidanzato. Ho visto gli sguardi che gli lanciavi. Mi sei sempre stata antipatica, con tutte le arie che ti davi, ma adesso sei in mio potere.”

Concorsi letterari: scrivere racconti erotici per Eroxè

Eros e letteratura? Mettere insieme le due cose non è un gioco da ragazzi.

Descrivere passione e sensualità non è semplice, e cimentarsi con un tipo di scrittura che vuole elegantemente mostrare i piaceri della carne senza scivolare nella banale e a volte volgare pornografia, non è da tutti.
Eroxè, il sito web dedicato all’erotismo, apre ogni anno un bando per gli aspiranti scrittori amanti del genere di cui sopra. Iscrivetevi al sito e partecipate gratuitamente a questa competizione che vuole premiare gli audaci. Anche se l’inizio della gara ha già avuto inizio, non preoccupatevi: Eroxè dà a tutti i partecipanti un anno di tempo. La scadenza per la consegna dei racconti è fissata al 30 luglio 2009; avete dunque tutto il tempo per stimolare la vostra creatività, per raccogliere materiale utile e per buttare giù un’infinità di bozze che con tutta probabilità finiranno nel vostro cestino virtuale. I partecipanti devono aver superato il 18esimo anno di età e possono anche aderire in forma anonima. E’ ovvio che in caso di vincita verranno richieste le generalità che, comunque, non saranno rese pubbliche.

Le categorie sono sei:

• miglior racconto
• miglior personaggio protagonista maschile
• miglior personaggio protagonista femminile
• migliore situazione erotica
• migliore racconto comico (ironico, divertente, grottesco)
• migliore saga (per i racconti a puntate)

Racconti erotici sul Web: Finestra sul cortile – parte II

nude reclining by Chewy Chua

Vi è piaciuta la prima parte del nostro racconto?
Siete curiosi di sapere come va a finire?
Allora continuate a leggere.

Finestra sul cortile (seconda parte)

  • di Inachis_Io

«Io esco!», mi grida il maritino aprendo la porta.
«Va bene! A dopo!».
Premo il tasto “chiama” del cellulare, avevo già preparato il numero.
«È uscito. Sbrigati».
«Sono già qui, parcheggio e arrivo».
Click.
Mi avvicino alla finestra appena in tempo per scorgere il cornuto uscire in strada. Mi piacerebbe vedere i due che si incrociano. Prima o poi succederà. Appoggio la mano al vetro e il freddo che sento sulla pelle mi richiama improvvisamente il caldo che già inumidisce il mio sesso. Resto lì immobile, gustando la piacevole sensazione. Passa qualche minuto, l’amante ritarda. L’attesa, anche se breve, mi innervosisce lievemente.

Racconti erotici sul Web: Finestra sul cortile

Un buon racconto erotico è il frutto dell’incontro tra due categorie: l’erotismo e la pornografia. Questo genere letterario ha trovato nel Web il giusto mezzo di espressione, e oggi proliferano i siti che contengono testi e poesie erotiche. Parole che ecciteranno i vostri sensi e daranno un nuovo stimolo alle vostre fantasie. Per voi lettori di Cooletto, una raccolta dei migliori racconti erotici selezionati da newsgroup e blog.

Finestra sul cortile (prima parte)

  • di Inachis_Io

Sto per tradire mio marito. Tra pochi minuti sarò tra le braccia del mio amante e già pregusto il fuoco che ci brucerà. Sarà una sveltina, come sempre: un amplesso rapido, spremuto, goduto. Un attimo rubato alla mia vita, in casa mia, approfittando di un momento di libertà.
Potremmo vederci da lui, o in albergo, ma sono io a volere così: lo voglio nel mio letto, nella mia intimità. Voglio regalarmi il piacere nelle stesse stanze in cui mio marito me lo nega. Voglio farlo di fretta, col brivido che il cornuto rientri prima del previsto e che ci scopra.

Ormai è questo il mio gioco: quando il titolare esce per una commissione, faccio uno squillo al sostituto. Se è libero, corre da me, mi prende senza nemmeno spogliarmi. Mi piace farlo in piedi, con gli slip calati al ginocchio, vicino alla finestra che dà sulla strada. Da lì posso sorvegliare quando mio marito sta tornando. Vedo prima la sua auto passare sotto casa alla ricerca di un posteggio, e un fremito mi scuote la pancia. Ma godo veramente mentre lo osservo aprire il cancelletto esterno. So esattamente quanto ci mette ad attraversare l’atrio, guardare se c’è posta in casella, chiamare l’ascensore, salire. È precisamente il tempo che mi basta per venire, alzare le mutande, abbassare la gonna, far uscire l’amante sulle scale e riabbracciare il marito sentendo ancora in me il brivido dell’orgasmo.
Se non l’avete mai provata, è una sensazione che non potete capire.