Racconti erotici: Visioni Lesbo

lesbo

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Mi lasci entrare senza curarti neanche di guardarmi in faccia, davvero lodevole il tuo egoismo. Avevi troppe cose da fare, nervosamente cercavi qualcosa che non riuscivo a identificare. Distrattamente ti curavi solo di te stessa. Il mio cameraman già ti odiava prima di arrivare, ora ti aveva proprio messo la croce. Io sono sempre stata una persona che si adatta alle situazioni, ma non essere considerata mi irritava parecchio. D’un tratto ti metti a sorseggiare il caffè guardandoti allo specchio e ti volti verso di noi, rispettivamente intervistatrice e l’operatore della camera fatale.

Mi guardi per un pò e poi dici “Non sapevo che le giornaliste fossero così belle”, rivolgendoti a me. Io faccio finta di nulla e preparo il campo di azione con il mio collaboratore. Tu rimani in piedi a guardare e poi ti siedi sul divano, invitandomi di venire lì vicino per farti le domande. Una scrittrice come te bisogna saperla domare ma io ho la tranquillità in corpo, sempre e comunque.

Racconti erotici: Eclissi in stato di Luna

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Avrei potuto ucciderti e la mia intenzione era quella. Cullarti di dignità era uno sfregio che avrei voluto vedere. Sono stanca di essere amante della maledizione che oscura il presagio, voglio di più e voglio solo te. Sono ossessionata di averti per me e non dividerti con nessuno. Sei l’uomo dei miei guai e io sono la donna che ti porterà alla fine. Ti ho legato e bendato, tu pensi che sia un altro dei miei giochi, ma stavolta se non rispondi giustamente alle mie domande, il mio senso ti spingerà alla morte. Il sangue ha il colore di rosso che io accolgo sempre con disinvoltura.

Non sono pazza, ma maligna di obliquità. Ora inizia la danza dell’affanno, quello che tra un pò non avrai più. Voglio che mi dici che sono solo tua, che sei solo mio, che avremo un futuro insieme e nessuno ce lo impedirà più. Voglio desiderare di volerti e distruggere chi ostacolerà il nostro percorso. Sono malata e cattiva alla noia, all’abitudine, al coraggio, alla parzialità, a infettare, a escogitare, a elogiare, ad accontentarsi alla rassegnazione.

Racconti erotici: Contraddizioni Sexiste

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Me ne stavo tranquilla, a fare il mio lavoro liturgico di catturare impressioni. Quando ricordo Fabio mi vengono i brividi. Io sono solo una giornalista che cerca di scrivere articoli interessanti e di avere una lode in merito, ma ancora la strada è tanta da fare. Fabio è un mio collega, un ragazzo alto più o meno 1 e 80, moro, occhi scuri, belle labbra e magro. Non so se abbia un fisico muscoloso, indossa sempre camicia, giacca e cravatta con pantaloni e scarpe nere. Non si intravede un minimo di pancetta, quindi suppongo che abbia un fisico comunque bello da vedere e toccare. Non mi sono mai piaciuti i bellocci e perfetti, ma lui mi ispira tanto sesso e sinceramente sono 4 mesi che sto a secco e per me è tanto.

Io sono alta 1 e 70 circa, i miei capelli sono lunghi castani e lisci, i miei occhi riflettono di colore azzurro. Sono magra con una seconda di seno. A me piacciono le mie tettine proporzionate al mio fisico.
Fabio è molto schivo, non ci vediamo sempre, lui è spesso in giro , io sempre in ufficio. Non so se sia fidanzato. A me piace molto. Sono timida e cerco di farmi accorgere. Spesso quando lo vedo mi bagno, è una sensazione di rilassamento proficuo, teso a cospargere versi di volere un qualcosa che per ora non c’è.

Racconti erotici: Due donne in due liti

Sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Il nostro rapporto respira da alcuni mesi e ancora di ostini a frugare tra le mie “cose”, cercando la tua gelosia che non va via, che non è nascosta tra le mie “cose”, ma domina solo paura, irrazionalità e debolezze nella tua mente. Siamo due donne, due amate, due amanti, due doti che incarnano la semplicità di essere.

Libera di ribellione, ti tolgo la mia borsa e ti chiedo cortesemente di smetterla in quegli atti deliranti che tutto davano tranne piacere. La mia lite era imparziale, la tua volava sulla parzialità. Lo spazio a volte era stretto del mio accorgermi soffocata. Mi hai fatto una scenata che ripercorre altre vie. Siamo consapevoli della nostra situazione e tu tendi a dimenticartene. Riesci ad essere calma anche quando sei infuriata, ma continui a iniettarmi facendo mille domande.

Racconti erotici: Leggera estremità

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Sono tornata a casa stressata dalla giornata e da me stessa, a volte non senti più il tuo stesso stato e ti distruggi di idee. Credevo di trovarti ma mi sbagliavo? Un’altra illusione? Eppure mi hai avvertita di una sorpresa… Anche stavolta potevo infliggermi al creato e inciampare su stralci impetuosi e incatenati. Avevo voglia di coccole, di carezze e di sentire il tuo corpo, ma dov’eri? D’un suono ti sei inondato e sei uscito fuori dall’angolo che ti ha nascosto a me fino ad ora.

Due sorrisi sono valsi al potere di abbracciarci e io finalmente potevo sentire il calore desiderato. Mi hai baciata con istinto di uno uomo strategico a evidenziare la sua armonia, e mi hai rilassata sul letto, facendomi allungare con le mie spalle rivolte alle tue mani. I tuoi massaggi erano germogli di tocco che seminavano leggerezza e profondità.

Racconti erotici: Non ho tempo di avere tempo

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Se una donna può ancora cantare di versi, me ne accorgo solo ora. Ho piatti da lavare, indumenti da stirare, e tanta voglia di ricordare ciò che il mio corpo fino a poco fa sentiva. Non ho distrutto sogni, ma solo sentimenti di chi non ne ha. Mi sono masturbata con il tuo pensiero, perchè sei un sogno che mai potrò avere, perchè non ho il coraggio di confessare, perchè non potrò mai averti, perchè la vita con me è crudele e mi dà solo e sempre dolore. Faccio fatica a non desiderarti, ed ho paura di rivederti. L’orgasmo è venuto solo ricordando il tuo tocco, semplice e naturale, come un coltello che si trascina in cute. Ho adorato il tuo sapore, nessuno ha questo tipo di piacere.

Il letto è stato il mio sorreggermi, tu eri la mia estremità. Sono pazza, lo so, ma tra un pò passa tutto, perchè devo dimenticarti e non voglio perdermi in illusioni. La mia mano è scivolata nel fuoco della mia “Testa Rossa” e ho immaginato che fossi tu a farlo, a scoprire il mio essere. Il mio corpo delicato ha fatto scintille solo a cercare di capire. L’intensità non ragiona con la sorte. E’ un miscuglio di leggeri indizi, il nostro incantato volere.

Racconti erotici: Schegge Sexiste

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Perchè ti sei fermato? Vuoi forse farmi credere che è tutto finito? Stupido orgoglio, sei sempre l’arma del desiderio. Sono cattiva, dentro, nel mio affliggere ribellione. Voglio solo corpi e nessuna altra tensione. La luce era il buio che disarmava, toccavo argomenti che non sentivo miei, tra l’incenso e i colori ridotti al niente. Era un gioco che mi dava i nervi, ti divertivi a chiudere gli occhi e cercarmi. La stanza era priva di luce, come il mio stato d’animo. Giocavo con il silenzio, nell’attesa di aspettare qualche tocco. Adoro le mani che accarezzano linee di brivido. Sento il sostare del mio essere, in questo spazio che è animato solo da gesti invisibili. Due bambini corrono per cercarsi, noi eravamo li per ritrovarci.

Mi sono inginocchiata, perchè quella posizione per me è il potere della mia gloria, io sono strana a schemi, perchè non ho schemi. Sfogo nel sesso ciò che non posso avere e che a volte desidero. Non ho bisogno di te, ho me. Non ho bisogno di abitudini, ma di voleri incostanti. Muovevo le mie mani in alto e ballavo una melodia che ragionava solo nella mia testa. Tu non sentivi il mio culto, la mia partecipazione, ma saresti arrivato nudo del tuo parere, lì, vicino a me. E’ irragionevole la semplicità della perversione, perchè per me, nulla è inquieto, tutto è normale nel diverso, nel giusto sbagliato.

Racconti erotici: Meccanismi in piccoli punti

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Avevo voglia di godere, di fare sesso, di distruggermi in inversi orgasmi, di deliri che appagano me e il mio corpo. Sono vera di istanti, euforica di movimenti, voglio concedermi e straziarmi come un furto che spera di essere scoperto. Abbandono il mio essere dominatrice e mi lascio andare al tuo essere uomo, il tuo gestire il dunque. Sono venuta da te con l’intento di farti agire, di lucidare lo stato più puro del nostro benessere o del nostro malessere. Puntami contro le tue croci e farle sentire dentro di me, come sangue che non molla a raggiungere il rosso che si atteggia.

Ci siamo accarezzati, coccolati, in attesa che il tuo duro avanzasse nell’aria statica di stimoli sensati. Io ero eccitata e vogliosa di essere penetrata in ogni mira tu volessi espormi. Non escogito fughe, non ora. Mi hai leccata in tutto il corpo, e mi hai tolto il vestito leggero che avevo, e mi hai lasciata solamente di autoreggenti e tacchi. Il mio intimo non faceva onore in quell’occasione, e ho preferito dimenticarlo.

Racconti erotici: Il tempo colpisce ancora (Ultima parte)

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(Segue dalla Prima Parte)

Il libro in quel momento non esisteva più, cade a terra chiuso dei suoi contenuti e significati. Inizio ad accarezzarla cercando di scoprire delicatamente il suo corpo, mentre lei attua movimenti di estremo piacere al mio tocco. Sentire la sua pelle mi mandava in delirio e l’ho inondata dei miei baci e carezze in tutto il corpo, ora avevo preso in mano la situazione. Le tolgo il vestito attraente che aveva mostrato e mi dedico ad apprezzare il suo collo e il suo seno. Le alzo le braccia, alterno baci sulle sue labbra e sento i nostri respiri concedersi in affanno.

Le lego i polsi al letto e le bendo gli occhi, lei mi guarda stupìta, è una che ha sempre tutto sotto controllo, ma in quel momento doveva solo lasciarsi andare… Legata e bendata inizio il mio gioco di infinita sensualità. Mi spoglio e avvicino la mia nudità alla sua e modello ogni suo centimetro senza fretta. I suoi gemiti si fanno più sentiti e andiamo in delirio in un vortice forsennato di godere, la penetro con le mie dita e spingo nel possederla. Appagate da tanta maestosità arriviamo insieme all’orgasmo, con definizioni che non hanno andamento.

Racconti erotici: Il tempo colpisce ancora (Prima Parte)

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La conosco da tempo, ci scriviamo e ci siamo viste alcune volte nelle mie visite di lavoro nella sua città. Lei è una modella, io una giornalista e una volta l’ho anche intervistata. Mi sfuggiva capire il suo legame per me e ne fuggivo al fuggire. Lei è indubbiamente una bellissima donna e molto intelligente, e stranamente le nostre conversazioni sono più rivolte all’arte che ad altro. Dialogo con tutti ma sono anche molto schiva, ho paura a relazionarmi con gli altri e non sono invadente. In passato ero quella che faceva sempre il primo passo, anche ora ne faccio, ma indietro, o per niente o mi blocco. Lei sembrava essere molto interessata a me, ma non me ne curavo. Non credo che nessuno sapesse che fosse lesbica, ma neanche io lo sapevo. Era sempre circondata da uomini, mi attraeva la sua determinazione di donna, e la sua estrema sensualità e femminilità.

Mi invita a una festa dove lei istalla anche una performance da cubista con un finale mirato a effusioni lesbo con un’altra ballerina. Io stavo plagiando il mio stato con il mio amato whiskey, e notavo che lei mi cercava con lo sguardo, forse anche per essere sicura che notassi la sua provocazione. Mi trovo a parlare con due tipi molto eleganti, e mi distraggo nell’attenzione. Non mi stavo divertendo e me ne sarei andata non appena qualcuno avesse messo un punto alla conversazione, ma vedendo che nessuno lo faceva, mi sono mostrata io a chiudere il discorso. Composta nella mia educazione, vado a salutarla, ringraziandola dell’invito, lei appare infastidita e nervosa e cerca di trattenermi. Io me ne vado. Mi segue all’uscita e inizia a parlare, irritata del mio comportamento, del fatto che non colgo il suo egocentrismo, il suo sedurmi e il non rispettare il suo essere donna. Stava esagerando, forse da me si aspettava un corteggiamento, o qualche segnale, e io davo solo fumo. Se ne va, me ne vado.