Racconti erotici: Visioni Lesbo

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Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Mi lasci entrare senza curarti neanche di guardarmi in faccia, davvero lodevole il tuo egoismo. Avevi troppe cose da fare, nervosamente cercavi qualcosa che non riuscivo a identificare. Distrattamente ti curavi solo di te stessa. Il mio cameraman già ti odiava prima di arrivare, ora ti aveva proprio messo la croce. Io sono sempre stata una persona che si adatta alle situazioni, ma non essere considerata mi irritava parecchio. D’un tratto ti metti a sorseggiare il caffè guardandoti allo specchio e ti volti verso di noi, rispettivamente intervistatrice e l’operatore della camera fatale.

Mi guardi per un pò e poi dici “Non sapevo che le giornaliste fossero così belle”, rivolgendoti a me. Io faccio finta di nulla e preparo il campo di azione con il mio collaboratore. Tu rimani in piedi a guardare e poi ti siedi sul divano, invitandomi di venire lì vicino per farti le domande. Una scrittrice come te bisogna saperla domare ma io ho la tranquillità in corpo, sempre e comunque.

Mi tocchi i capelli, ti scusi per il nervosismo e mi fai dei complimenti. L’intervista inizia e il ghiaccio è diventato caldo, con sguardi e risate roventi che il nastro riprendeva in ogni punto. Botta e risposta che finisce in incanto. Mi alzo e smontiamo l’attrezzatura mentre tu mi inviti a restare e ad andare a cena, ma sottolineando, io da sola. Io rifiuto, sono stanca e voglio solo riposare. Ti vedo scocciata della mia decisione, ma io sono sempre sicura dei miei dettagli. Mi dici che hai letto il mio libro e che ti è piaciuto tanto. Io ringrazio e non mi scompongo. Mentre ti saluto mi dai un bacio in bocca volante chiamandomi “Tesoro”. E’ incredibile come gli atteggiamenti possano mutare in pochi istanti.

Sono a casa a scrivere di noia e perplessità, a rifugiarmi tra parole ridotte male e qualcosa andato a buon fine. Chissà se l’estate dorme prima o dopo il buio. Squilla il telefono, sei tu che vuoi sapere se puoi passare da me, e io dopo un pò di incertezza, accetto. Chissà cosa avevi in mente…

Appena apro la porta ti vedo in uno splendore assoluto, con un sacchetto di cibo giapponese, vino e champagne. Dovevamo forse festeggiare qualcosa? Tu indossi un vestitino e tacchi, io ho un vestitino meno elegante e infradito comode ai piedi. D’un tratto sei diventata la donna delle scuse e nel nostro parlare, alcuni tocchi ci hanno avvicinate. Abbiamo brindato al nostro incontro e poi ci baciamo… Un momento molto lungo e intenso ci ha coinvolto per tutta la serata e sono seguite coccole e eccitazione. Le nostre carezze danno furore a un orgasmo di semplicità. I tuoi movimenti si fanno profondi e decisi al mio contatto, e mi stringi a te con volere deciso e appagato. Io affronto quel piacere con istinto roboante, pensando a tutto ciò che la fretta in quel momento aveva innescato.

Non era nostra intenzione spingerci oltre, ma ho leccato la tua intimità, perchè ne avevo una voglia sublime e ho sentito il tuo orgasmo. Mi sono saziata del tuo bagnato assaporando il godere della tua rilassatezza. Il vento fuori crea melodie, i respiri dentro animano sintonie.

[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” o acquistare il mio libro “Diario di una Sexista” sul mio blog]

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