Racconti erotici: Il tempo colpisce ancora (Prima Parte)

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

La conosco da tempo, ci scriviamo e ci siamo viste alcune volte nelle mie visite di lavoro nella sua città. Lei è una modella, io una giornalista e una volta l’ho anche intervistata. Mi sfuggiva capire il suo legame per me e ne fuggivo al fuggire. Lei è indubbiamente una bellissima donna e molto intelligente, e stranamente le nostre conversazioni sono più rivolte all’arte che ad altro. Dialogo con tutti ma sono anche molto schiva, ho paura a relazionarmi con gli altri e non sono invadente. In passato ero quella che faceva sempre il primo passo, anche ora ne faccio, ma indietro, o per niente o mi blocco. Lei sembrava essere molto interessata a me, ma non me ne curavo. Non credo che nessuno sapesse che fosse lesbica, ma neanche io lo sapevo. Era sempre circondata da uomini, mi attraeva la sua determinazione di donna, e la sua estrema sensualità e femminilità.

Mi invita a una festa dove lei istalla anche una performance da cubista con un finale mirato a effusioni lesbo con un’altra ballerina. Io stavo plagiando il mio stato con il mio amato whiskey, e notavo che lei mi cercava con lo sguardo, forse anche per essere sicura che notassi la sua provocazione. Mi trovo a parlare con due tipi molto eleganti, e mi distraggo nell’attenzione. Non mi stavo divertendo e me ne sarei andata non appena qualcuno avesse messo un punto alla conversazione, ma vedendo che nessuno lo faceva, mi sono mostrata io a chiudere il discorso. Composta nella mia educazione, vado a salutarla, ringraziandola dell’invito, lei appare infastidita e nervosa e cerca di trattenermi. Io me ne vado. Mi segue all’uscita e inizia a parlare, irritata del mio comportamento, del fatto che non colgo il suo egocentrismo, il suo sedurmi e il non rispettare il suo essere donna. Stava esagerando, forse da me si aspettava un corteggiamento, o qualche segnale, e io davo solo fumo. Se ne va, me ne vado.

Mi chiama dopo qualche ora, la sento ubriaca, è davanti al mio hotel. Io scendo sotto e la aiuto a salire nella mia camera. Aveva bevuto troppo e non so come aveva fatto ad arrivare fino a lì, forse un taxi. L’ho distesa sul letto togliendo i tacchi e l’ho coperta. Mi sono seduta accanto a lei e l’ho tranquillizzata un pò, accarezzandola. Ci siamo addormentate vestite del nostro vestito serale e io mi sono svegliata con la colazione in camera e il suo lacerante sorriso. Mentre prendiamo il caffè non parliamo, ma il silenzio ci guardava. Mi ha accompagnata all’intervista che dovevo fare in mattinata e poi l’ho invitata a restare a pranzo con me. L’ho vista più rilassata e serena e come al solito non abbiamo toccato punti deboli o parlato di ciò che era successo. L’unica cosa che sapevo è che nella sua trasgressione, non andava a letto con chiunque, anzi, per lei dedicare il suo corpo a qualcuno a livello sessuale era molto importante, e questo ora, non in passato.

Il nostro tira e molla era un piacevole incantarci, un non capire l’evidente. Nel pomeriggio lei si dedica a un set fotografico, e io finisco i miei appuntamenti giornalieri. Le chiedo se dopo cena vuole leggere un libro con me, quello di cui abbiamo tanto parlato, che tutte e due avremmo voluto leggere e che io in quel momento avevo comprato. Non se l’aspettava e credo di averla conquistata in un istante. Ci vediamo la sera, dedicandoci sul letto alle nostre letture, ma le parole hanno aiutato anche i nostri baci e finalmente il primo bacio diventa un momento infinito. L’eccitazione era tanta e frenarsi non aveva senso, il tempo aveva colpito una voglia desiderata da tempo. Il tempo colpisce ancora…

(Domani continua la Seconda Parte)

[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” sul mio blog]

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