Ritocchi genitali, italiani leader europei

Quando parliamo di parti intime va da se che igiene e buon odore debbano essere le parole d’ordine. Ma la buona cura, per chi volesse, non si ferma solo qui: vi è la possibilità, al pari di altre parti del corpo, di rinnovare i propri attrezzi del piacere. Come?Attraverso la chirurgia estetica.

E, roba da non crederci, l’Italia è il leader europeo del settore con il maggior numero di interventi di ringiovanimento effettuati ogni anno.

Il nostro paese è l’unico nell’Eurozona ad essersi allineato agli standard americani, effettuando ritocchi di ogni sorta alla vagina ed agli organi correlati senza davvero colpo ferire e senza nessun preconcetto. Anzi, come ci tiene a sottolineare una nota dell’Arpleg, Associazione europea di ringiovanimento chirurgico plastico ed estetico genitale, l’Italia:

considera ormai il ringiovanimento genitale utile, e talvolta necessario, al benessere psico-fisico della persona.

Non si può, sostengono gli esperti, considerare il ringiovanimento genitale come una pratica futile. Questo perché, come spiegano in una nota:

In una società nella quale considerare dal punto di vista estetico/fisiopatologico anche gli organi genitali maschili e femminili potrebbe apparire l’ennesimo vezzo l’Arpleg sottolinea che si tratta di organi e che il termine ‘ringiovanimento’ pretende di essere considerato non superficialmente, dal momento che migliorare l’aspetto di un organo, in questo caso, significa migliorarne la funzione e la sensazione di benessere e salute in generale.

Ciò che si vuole fare è portare l’Italia davvero al passo con gli Stati Uniti dove interventi come lo sbiancamento anale, il ringiovanimento della pelle dell’ano, sono considerati di routine e richiesti non solo da pornostar ma anche da semplici cittadini che hanno voglia di sentirsi meglio e vivere con maggiore spensieratezza la propria sessualità.

Per fare ciò vi è ovviamente bisogno di un confronto aperto tra i vari specialisti delle zone basse, in modo tale da confrontare le esperienze e mettere a punto nuovi protocolli.

 

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