Erotismo a tinte noir: intervista doppia a Maria Silvia Avanzato e Gaia Conventi [prima parte]

Maria Silvia Avanzato e Gaia Conventi, autrici di CipriaVaniglia, l’erotic noir vincitore del concorso per romanzi erotici Eroxè 2011, hanno accettato di rispondere a una piccola intervista doppia per Cooletto. Una bella sfida, considerato che entrambe le autrici non si erano mai cimentate prima nel genere erotico. Basta questo ad incuriosirvi? Allora andate avanti con la lettura.

Avrete modo di conoscere i peccaminosi protagonisti di CipriaVaniglia e il segreto che accomuna le loro esistenze.

La prima domanda è quasi obbligatoria: quali sono gli elementi essenziali che separano la letteratura erotica dalla semplice pornografia?

Maria Silvia: Dal canto mio, non posso dirmi molto ferrata in materia di letteratura erotica e nemmeno di pornografia. Ho letto molti testi di Colette e altri autori dell’epoca: restituiscono un’immagine dell’erotismo alquanto “vintage”, dove i padroni della scena sono i demoni interiori dei protagonisti, le fantasie, le curiosità, l’inquietudine. In questo modo, i personaggi squisitamente descritti da Colette, perdono propensione all’azione e al concretismo del sesso. Maturano invece un costante, delicato dialogo con sè stessi, dove l’erotismo è affidato alla mente, ai desideri, alle pulsioni nascoste. Senza contare la funzione strumentale di questi romanzi, che divengono un mezzo di denuncia e di autoaffermazione in un periodo storico alquanto poco interessato e tollerante verso l’esigenza femminile di esprimersi a tutto tondo e vivere serenamente il proprio piacere. Quindi, mio malgrado, non sono un buon lettore quando si tratta di letteratura erotica contemporanea e non posso pronunciarmi circa la pornografia perchè non la conosco affatto. Ma, dell’erotismo, ho letto le origini, i primi tentativi di liberare la parola da una gabbia narrativa stretta e sessista. E credo che un romanzo erotico debba rifarsi a quel modello: lasciare più spazio ai pensieri e gli impulsi, piuttosto che perdere pagine preziose in descrizioni a sfondo lenzuola. Credo che la meccanicictà, l’aridità e la brutalità della descrizione nuda e cruda di un atto sessuale, alla lunga, mi annoierebbero. Sia da scrittore che da lettore.

Gaia: Credo non ci sia nulla di semplice nella “semplice pornografia”, perché se l’intento è scandalizzare, allora il lavoro da compiere risulta complesso: la gente è abituata a tutto, anche al peggio. Ognuno si scandalizza per cose diverse, io ad esempio storco il naso davanti alle pubblicazioni a pagamento! Essendo nuova del genere – “CipriaVaniglia” è il mio primo approccio all’erotico – , mi sono dovuta inventare uno stile che si adattasse a quello di Maria Silvia, all’epoca in cui la vicenda si snoda e, ovviamente, a quanto richiedeva Eroxè. Già, perché il manoscritto è nato proprio per partecipare a quel concorso, e quando Maria Silvia mi ha proposto di aiutarla, devo ammettere d’aver pensato potesse essere un interessante esperimento. Per me la letteratura erotica è dire e non dire, con un occhio attento a non scadere nella bassa macelleria, con l’intento di rendere leggibili brani tratti dal libro anche in una presentazione letteraria all’ora del tè.

[La seconda parte dell’intervista vi aspetta domani, sempre su Cooletto.com]

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