Bisessualità: raddoppia il rischio di depressione per le donne

Sulla sessualità se ne sentono di nuove ogni giorno. Ma questa prende di petto una condizione non riconosciuta a livello pratico da molti eterosessuali ed omosessuali ed una delle malattie “della mente” più inficianti e di maggiore diffusione tra la popolazione. Secondo un recente studio le donne bisex avrebbero il doppio di probabilità di cadere in depressione. E questo solamente per la loro molteplicità di gusto. E molto di più rispetto agli uomini nelle stesse condizioni.

Può la tipologia di rapporto sessuale vissuta essere così importante in correlazione con la salute? Sembrerebbe di si stando a ciò che ha reso noto  la George Mason University in merito ad un campione di adolesscenti. Inn linea teorica lo studio ha riguardato i fattori di rischio di depressione su esponenti dello stesso sesso: solo dopo ci si è resi conto nel corso delle analisi che le donne bisex risultano essere in gran numero affette da questa patologia. Senza contare il rischio, per loro più alto,  di cadere nell’abuso di alcolici.

Percentuali non riscontrate nelle donne e negli uomini eterosessuali e omosessuali. In aggiunta infatti le donne bisessuali hanno raccontato di sentirsi come “invisibili”. Una condizione derivante proprio dai gusti sessuali, ma non legato strettamente all’amplesso come si possa credere, quanto di più nell’idea che il resto del mondo ha della condizione bisex, ovvero un “né carne né pesce” e che influisce in maniera drammatica sulla psiche delle donne.

Come spiega la coordinatrice dello studio Lisa Lindly:

Di solito si pensa, in generale, che una persona scelga un certo orientamento sessuale e che perseveri in quello. Ma non è sempre così ed io penso che ci siano un sacco di incomprensioni per quanto riguarda i bisessuali. Inoltre ho ragion di credere che il loro rischio abbia molto a che fare con il marchio che viene dato loro addosso.

Il tutto, come accade in buona percentuale nel caso dei trans, dipende dalla erronea e non facile comprensione che le persone coltivano in qualcosa che non capiscono. Bisognerebbe partire dalla tesi che essere bisex non rappresenta nulla di particolare e da qui muoversi senza risultare, anche se inconsciamente, razzisti.

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