Vibratori vintage: un mondo da scoprire

vibratori vintage mondo scoprireIl sex toys è ormai diventato un oggetto di consumo come tanti altri. Con sempre maggiore frequenza è possibile trovarlo tra le “dotazioni” delle donne che, mai come in questi ultimi anni, stanno prendendo confidenza con il proprio corpo e ne usufruiscono per darsi piacere e talvolta per regalarlo nel corso di un rapporto sessuale. Ma come funzionavano le cose tanti anni fa? Come erano i progenitori degli attuali dildo e vibratori?

Fin dall’antichità l’uomo ha costruito simulacri fallici di ogni genere: l’utilizzo che ne veniva fatto può essere solo immaginato ma nulla ci porta a pensare che lo stesso differisse da quello attuale.  Ma è solo con l’avvento del diciannovesimo e del ventesimo secolo che l’arte della creazione di giocattoli erotici ha vissuto di un “boom” tutto particolare, complice l’efficacia che si era notato avessero contro l’isteria femminile.

E se l’inventiva fortunatamente si dava da fare per creare dei modelli sempre più “ergonomici”, funzionanti ed a misura di vagina e pene, le prime prove non hanno rappresentato sempre dei successi. Soprattutto dal punto di vista estetico. Immaginate delle capsule di ferro, oltretutto a rischio “ruggine”, dalle forme strane e dalla consistenza alquanto discutibile da inserire nel proprio pertugio o nel quale inserire il membro… c’è da crederci che non venissero usati con la stessa dovizia riscontrabile ai giorni nostri.

Gli esempi più curiosi e più azzeccati sono ovviamente quelli  più creativi: il vibratore a forma di dito negli anni 50, acquistabile negli States tramite ordine postale, il vibratore a testine intercambiabili come il robot da cucina. Anche se forse il più bello di tutti, quello che meriterebbe di avere un posto proprio nelle case di ognuno di noi è il simulatore di “cavalcata”: una vera e propria sella vibrante con tanto di manubrio per tenersi ben fermi. Come si può pensare, ad averne la possibilità, di rinunciare a tale gioiello?

Condividi l'articolo: