Turismo sessuale, le donne alla ricerca del “Big Bamboo”

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Turismo sessuale per donne? Si grazie. E’ una tendenza abbastanza nuova, ma che con il passare delle stagioni si sta man mano consolidando, dando una sferzata, c’è da riderci su, anche all’economia di uno stato come la Giamaica, da tempo in difficoltà. Le pulzelle, più o meno giovani, si recano nel luogo, tutte alla ricerca del “Big Bamboo” (devo spiegarvela?) per divertirsi e passare le vacanze tra sesso e risate.

Sarà un per po’ il cambio favorevole, un po’ per la necessità di guadagnare, ma sembra proprio che gli aitanti giovani sul posto, sui quali si sussurra una dotazione da superdotati, stiano iniziando ad attendere l’arrivo di donne straniere direttamente in aeroporto dove si offrono come accompagnatori per tutta la durata della vacanza. Non si arriva a parlare di prostituzione, difficilmente una donna ammetterebbe un tale mercimonio, e non si parla di tariffe specifiche. Ma la generosità è tanta e sembra andare di pari passo con le misure offerte.

Soldi, cene in ristoranti di lusso, piccoli e grandi regali. Espedienti che consentono al sesso femminile di godere del “Big Bamboo” (avrei dovuto porre più attenzione alla staffetta 4×400 vinta dai giamaicani per accertarmi della grandezza del pacco autoctono?, N.d.R.) per il tempo della loro permanenza nell’isola ed agli uomini del posto di tirar su qualche soldo extra. Non dimentichiamoci poi che il passaparola nato sulla procacità peniena ha fatto registrare numeri turistici mai visti: non c’è da stupirsi che ufficialmente le autorità in materia non smentiscano nulla.

Il mistero accresce la voglia. Mi sento di azzardare che se il flusso continua e nessuno smentisce, il big bamboo sia effettivamente realtà. Turismo del pene? E perché no. D’altronde in vacanza la parola d’ordine è divertimento. Finchè non c’è sfruttamento, forse chiudere un occhio su una pratica sociale non così tanto eccelsa non è poi tanto sbagliato.  E poi dicono che il sesso non fa girare l’economia!

Photo Credit | Thinkstock

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