donne caccia sperma zimbabwe

Donne a caccia di sperma nello Zimbabwe

donne caccia sperma zimbabweIn Zimbabwe vi sono alcune donne ormai considerate come vere e proprie “cacciatrici di sperma”. Sebbene l’istinto ci metta in condizione di trovare ilare la notizia, a quanto pare gli uomini dello stato africano trovano la faccenda tutt’altro che divertente. A tal punto da essere spinti ad avere paura per la propria incolumità fisica se incontrano un gruppo di donne in strada.

sesso o violenza

Sesso o stupro al Grande Fratello brasiliano?

sesso o violenzaTelevisione e sesso, almeno in Italia, hanno uno strano rapporto “vedo-non vedo”. A quanto pare molto diverso da quello brasiliano dove, ad onor di cronaca, non solo i partecipanti non si sono mai fatti problemi a spogliarsi, ma dove da tempo se ci scappa una sveltina o un bel rapporto sessuale calmo e placido, nessuno si sconvolge. Quest’anno l’impensabile. Addirittura un presunto stupro.

Sesso, fin dove può arrivare la perversione?

Talvolta parlare di sesso non è bello né divertente. Come in questo caso. In Germania  un uomo ha violentato la figlia per almeno 500 volte in trenta anni. Ed è stato condannato semplicemente a due anni ed otto mesi di carcere perché la figlia è stata ritenuta “parzialmente consensiente”.  Fin dove può arrivare la perversione di una persona? E cosa intendiamo per perversione?

Contro la violenza sulle donne: nella Giornata mondiale, sempre e comunque

Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Una giornata nella quale, in Italia come nel resto del pianeta, gli stati mettono in atto campagne di solidarietà ed informazione volte a far sì che più nessuna donna debba subire maltrattamenti psicologici e fisici dagli uomini. Una piaga che si cerca da tempo di estirpare e che spesso nasce anche in ambienti che si reputano sicuri, da parte di persone delle quali ci fidiamo e che spesso, amiamo.

Canada: le donne dicono basta alla violenza sessuale

Il 24 gennaio 2011, un rappresentante della polizia di Toronto ha dato una scioccante spiegazione in merito all’aumento della violenza sessuale in Canada. Secondo lui “le donne dovrebbero evitare di vestirsi come troie (in inglese “slut”) per non diventare vittime di violenza sessuale“. L’accaduto non è passato sotto silenzio, anche perché si è trattato di un grande passo falso per le forze dell’ordine di Toronto, che dovrebbero proteggere le vittime di violenza, anziché farle sentire come se fosse tutta colpa loro.

Trattare lo stupro come un reato in cui si può dare la colpa alla vittima è qualcosa di agghiacciante, e la risposta dei cittadini non si è fatta attendere. Donne e uomini si sono riuniti domenica 3 aprile per una marcia di protesta lungo tutta la città. La marcia, chiamata appunto SlutWalk Toronto, aveva lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla discriminazione di cui sono oggetto non solo le donne, ma anche gli uomini, se hanno un comportamento sessualmente promiscuo.

Una vita sessuale intensa non può essere intesa come un invito alla violenza, a prescindere se si fa sesso per piacere o per lavoro. La SlutWalk Toronto ha messo insieme casalinghe e prostitute, etero e bisex, studenti universitari e trans, tutti uniti per una lunga e pacifica marcia di protesta. Di seguito, potete vedere alcune foto della manifestazione.

In Francia le donne sfidano la violenza sessuale

Se è un maschio, è un figo. Se è una femmina, è una prostituta.

Noi donne siamo stanche di sentire ogni giorno di stupri, violenze e maltrattamenti vari. Nessun uomo ha il diritto di abusare di una donna e tanto meno farla diventare un oggetto sessuale. Non si può giustificare un abuso, solo per il fatto che una donna si vesta sexy o provocante, non è un ottimo motivo per fare del male. In Francia, a Rennes, nella città delle gonne, le ragazze non partono per le vacanze e aspettano sedute ad un tavolino nella piazza principale, vestendo ogni giorno con l’orgoglio di essere donne e al piacere di mostrarsi. “Portarla può apparire un gesto insignificante, e invece è un potente rivelatore dei rapporti sociali tra maschi e femmine, e tra le stesse femmine” spiega il sociologo Philippe Liotard, riferendosi alla gonna.