Sesso, fin dove può arrivare la perversione?

Talvolta parlare di sesso non è bello né divertente. Come in questo caso. In Germania  un uomo ha violentato la figlia per almeno 500 volte in trenta anni. Ed è stato condannato semplicemente a due anni ed otto mesi di carcere perché la figlia è stata ritenuta “parzialmente consensiente”.  Fin dove può arrivare la perversione di una persona? E cosa intendiamo per perversione?

Una storia dell’orrore, quella tedesca, che fa da esempio e che mostra in tutta la sua crudezza come la pratica della violenza sulle donne non solo sia diffusa, ma decisamente non adeguatamente punita.

Il fatto che l’uomo possa presentare dei problemi psicologici non rappresenta in nessun modo, dal mio punto di vista, una giustificazione ma entra a pieno titolo nella schiera delle perversioni. Già lo stupro di per sé è atroce. Figurarsi se rapportato ad episodi ripetuti che tra l’altro hanno dato vita a tre figli, nati disabili proprio a causa del legame incestuoso creatosi.

Usare il termine perversione in questo caso è la scelta più appropriata. Non solo per ciò che riguarda l’uomo, ma anche la madre della ragazza, la quale non si è mai opposta a queste violenze. Casi creati dall’ignoranza? Non è una giustificazione applicabile.

Come nella maggior parte delle perversioni, quelle vere. Penso alla necrofilia ed alla zoofilia per esempio. Negli ultimi tempi sta rimbalzando nuovamente, con qualche errore nelle generalità, la storia del “sesso animale” ad Enumclaw avvenuto nel 2005 dove un ingegnere, che spesso si intratteneva in rapporti passivi con un cavallo, dopo l’ennesimo rapporto (flimato, n.dr.) è morto in seguito alle lesioni interne.

Sembra quasi che arrivato ad un certo punto l’uomo non sia in grado di porre un freno ai suoi bisogni sessuali. Creando in questo modo delle vere e proprie mostruosità inconcepibili e difficili da affrontare, soprattutto a livello sociale.

Photo Credit | Thinkstock

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