Denuncia il marito per maltrattamenti ma ha firmato un contratto di schiavitù: chi ha ragione?

Una commessa padovana ha denunciato il marito per maltrattamenti e lo ha buttato fuori di casa. La notizia è di ieri, e sembrerebbe identica alle tante storie di violenza sulle donne che purtroppo ascoltiamo troppo spesso al telegiornale, se non fosse per la natura particolare del rapporto che vede protagonista i due ex coniugi.

La donna infatti aveva firmato uno Slave Contract, cioè un contratto di schiavitù che nei rapporti BDSM crea un legame di appartenenza tra padrone e schiava. Un legame molto profondo e di natura consensuale, tanto che nel contratto veniva indicata anche una Safe Word, una parola di salvezza che segna la fine del gioco erotico se il Padrone supera certi limiti.

La Toya Jackson: costretta a fare sesso di gruppo

La Toya Jackson, una delle sfortunate-folli sorelle del compianto Michael vuota il sacco su quella che è stata in passato la sua vita sessuale con rivelazioni, va detto, davvero scioccanti nella loro interezza. Tra tutte, sebbene molto forti, spicca quella per la quale il marito Jack Gordon, morto nel 2005, l’avrebbe venduta come una prostituta a Mike Tyson per 100mila dollari e l’obbligo a partecipare a del sesso di gruppo.

La Sexista Gloria, schiava del gioco

Appuntamento ogni domenica con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

E’ un gioco delizioso animare la serata, potrei svegliarmi ed accorgermi di essere felice. Io mi sono descritta sempre come una ladra che fugge con il bottino, una menzogna che raccoglie falsità, una peccatrice che ama giocare e fare la dama di corte. Lui mi era davanti e sembrava volesse scivolare in me qualcosa di sensato. Mi lega le mani dietro, mi benda e mi mette in ginocchio.

I miei sensi ora erano confusi, erano senza colori. Potevo immaginare solo di esistere ancora, di avere voglia di giocare alla “Schiava e Padrone”. Domare la mi virilità tende a non avere mai abbastanza di me. Sento che lui mi gira intorno, nudo del suo essere, duro del suo avere. Io sono eccitata e seminuda di intimo. Sono momenti in cui io apprezzo tutto ciò che è limite, pur non avendoli. Mi sfiora con le sue mani in tutto il corpo.

Mi sfiora le labbra con la sua arma, umida e calda di sapore. Sentire l’odore di un uomo che sta decidendo per il tuo bene mi fa impazzire di divinità. Non distinguo più la mia disponibilità. Me lo mette in bocca, voleva farmi bere della sua imminente venuta e io eseguo l’ordine di leccare e schermire quella rotondità. Gestisce lui i movimenti, apro la bocca e inizia ad entrare e uscire dal mio palato, sorreggendomi la testa per dettare gli stessi schemi a ritmo del tempo. Il suo odore e la sua padronanza mi rende impotente al piacere e godo di attrazione. Mi viene in bocca e pretende ogni sua goccia dentro di me.

Obbedisco da brava sostenitrice e ne voglio ancora. Lui decide di riprendere il gioco e io sono già all’opera per far ritornare il suo duro. D’un tratto ci alziamo, senza slegarmi e bendarmi, mi strappa il tanga e inizia a spingermi da dietro. Io sono appoggiata al muro e non avverto distanze tra me e lui, ma solo spazi pieni di sessualità.

Sexista, padrona del peccato (Atto II)

Continua da Sexista, padrona del peccato

La mia schiava è a terra a bandire il suo stato di eccitazione, a sentire il suo sapore, e io le ordino di alzarsi e guardare mentre cavalco il mio schiavo. Poi le prendo il collare che ha nel collo e la tiro con forza verso di me baciandola selvaggiamente in un gioco di lingue occulte. Lui inizia a parlare, a dire qualcosa che non doveva, mi fermo, esco dall’arma forente e con una benda copro la sua bocca, facendo un nodo stretto dietro la testa. Quasi che non doveva muoversi, doveva solo ubbidire. Devo punire lo schiavo che ora resterà a guardare con l’anima in gola, trafitto da un fare non finito, non consumato. Faccio inginocchiare la schiava e al guinzaglio passeggia al mio fianco come una stupenda cagnolina. La porto in un’altra stanza e la lego al collo e ai polsi.

Ritorno da lui con la mia frusta… era arrivato il momento di chiarire. Il rumore del silenzio è saggio se sei cortese con lui. Avevo il potere in mano e libero l’implorante corpo maschile. Gli dico di rimanere in piedi e allargare le gambe e le braccia. E’ un opinione distruggere e fare male, è una sensazione lasciare segni di sangue. La sua schiena assaggia la mia frusta, e io come una Indiana Jones nuoto tra la gloria. Lui geme di dolore ma non temo la sua pena.

Sexista, padrona del peccato

Un racconto sexista della nostra Miss Lucy.

Mi sentivo imperatrice, mi sentivo padrona, mi sento amante di me stessa, del mio estro affabile. Adoro comandare il peccato, riuscire al creato e duttile di fama, cercarmi la sfida.
Mi accarezzo delicatamente il corpo con una piuma piena di sangue e lecco il percorso svolto dal tocco. Sublime crescente riservatezza del mio affliggere stremi, di brividi mi inondo come una sfera anelante.
Lui è su una sedia legato dietro da manette, con una maschera e il mio rossetto fuxia. Io ho i miei lunghi capelli biondi spettinati, il rossetto nero alle labbra e matita pesante agli occhi. Nuda io e gli altri….Voglio solo i corpi nudi e le mie indennità su di loro. La purezza non deve soffrire….

Lui ha un fisico quasi perfetto e già si sta eccitando del suo duro. Lei è mozzafiato, con il seno tanto gonfio come il mio.
Ordino alla schiava di inginocchiarsi davanti a me e baciarmi la mia “Testa Rossa”, la mia intimità più furente, e lei inizia a leccare impazzita.
Sono i miei schiavi, i miei luridi sbocchi di inganno.