Polvere magica: la terza ed ultima parte del racconto

Avete letto la prima e la seconda parte del nostro racconto? Benissimo, perché adesso per voi c’è il finale della nostra storia.

Sono eccitata.
La porta dell’antisala si apre.
Il rumore di passi si fa piu’ vicino.
La paratia scorrevole si apre e Giusy appare in tutta la sua bellezza mediterranea.
Anche lei e’ nuda; deve essersi spogliata nell’antisala prima di accedere qui.
Il suo corpo perfettamente proporzionato mi appare come una visione divina.
Le tette che avevo intravisto pochi giorni prima nello spogliatoio si ergono come piramidi sul suo corpo di colore alabastro.

I capelli lisci, a caschetto, sono l’unica parte del corpo coperta.
Il velo bianco che li ricopre le scende lungo il capo fino a sfiorare i capezzoli che percepisco eretti come i miei.
Ho la passerina bagnata d’umore.
Con la lingua inizio a leccarmi il bordo delle mie labbra secche.
Giusy si avvicina e con naturalezza si china sul mio pube e inizia a sfiorarmi la pelle.
Bacia le grandi labbra, rosee e invitanti. Poi osserva il colore azzurro del mio pube.
– Che idea geniale hai avuto!
Le sue mani scorrono furtive e squisitamente discrete sulle mie gambe e risalgono fino sulle cosce.
I movimenti sono lenti e ripetuti.
La mia carne ribolle di brevi ma intensi brividi che sconquassano il mio corpo.
Con la lingua si sofferma a leccare la pianta dei miei piedi, solleticandoli e insinuandosi negli interstizi che separano le singole dita, per poi succhiarli, uno dopo l’altro.
La mia fica si contrae con impercettibili movimenti.
Ecco che inizia a leccarmi l’altro piede.
Alla seconda contrazione non riesco a contenermi ed esplodo in un orgasmo.
Mugolo pazza di piacere e godo.

Polvere magica: ecco la seconda parte del racconto

Dopo la prima parte del nostro racconto, arriva la continuazione.

Sono trascorsi appena tre giorni dalla sera in cui Giusy ha prodotto le sue avance.
Stasera sarò di nuovo in turno con lei.
Ancora non so come comportarmi in sua presenza.
Perché ho lasciato che mi toccasse i seni?
Perché?
Perché le ho lasciato credere di accettare le sue avance?
Per timidezza?
Per curiosità?
Non so nemmeno da che parte si cominci a fare all’amore fra donne.
Mi resta invece la consapevolezza del turbamento che ha provocato su di me la mano che ha posato sul mio seno.
Una cosa però l’ho fatta.
Assurda, ma l’ho fatta.
Me l’ha insegnata un medico specialista nel periodo in cui prestavo servizio in radiologia.
Tempo fa mi ha fatto dono di una polverina fluorescente, credo sia tungstato di calcio.
La sostanza ha la proprietà, quando è colpita da radiazioni, anche invisibili come lo sono i raggi X o gli ultravioletti, di emettere una luce azzurrina.
E’ su questo principio che in radiologia sono impressionate le pellicole radiografiche.
Stasera prima di venire al lavoro ho preso cura del mio corpo.
Ho eseguito la ceretta alle gambe.
Mi sono rasata con dovizia i peli superflui attorno alla passerina ed ho cosparso sui peli intorno alle grandi labbra un poco di quella polvere invisibile.
Così ho voluto rendere la mia fichetta più “interessante” agli occhi di Giusy.

Polvere magica: una storia d’erotismo in tre parti

Continua la nostra incursione nell’erotismo con un nuovo e peccaminoso racconto, selezionato per voi amici di Cooletto, dai migliori blog e newsgroup specializzati.


Polvere magica.

  • prima parte

Assunsi la decisione di fare l’infermiera il giorno in cui vidi mio fratello, allora dodicenne, appartarsi con alcuni coetanei dietro la legnaia di casa e masturbarsi.
Si misero seduti sull’erba del prato.
Formarono un cerchio e iniziarono a confabulare fra loro.
A quel tempo ero una bambina ed incuriosita dal loro modo di fare andai a nascondermi dietro il fusto di un grosso albero e rimasi ad osservarli, senza capire di preciso cosa stessero combinando.
Uno dopo l’altro si slacciarono la patta dei pantaloni e tirarono fuori il pisello.
L’impressione che ne ebbi fu di un rituale magico, tanto mi appariva misteriosa la cosa.
Poi, ad un comando di quello che fra loro sembrava essere il capo del gruppo, iniziarono a toccarsi.
La scena m’incuriosì a tal punto che ancora oggi ne porto vivo il ricordo insieme a poche altre cose che hanno segnato la mia vita.
Quella, infatti, fu la prima scena di sesso cui mi capitò d’assistere.
Dal concitato parlare dei ragazzi intuii che si trattava di una gara il cui vincitore sarebbe risultato chi fra di loro avrebbe eiaculato per primo nel prato.
Nonostante mio fratello fosse il più giovane d’età, aveva l’uccello più sviluppato rispetto a quello dei suoi compagni e si aggiudicò la competizione dopo pochi tocchi di mano.
In quella occasione provai una certa invidia nei suoi confronti e dei compagni di gioco.

Racconti Erotici: Folle Imperfetto (parte II)


Dopo il primo assaggio ecco la seconda parte del nostro racconto erotico.

Sei bella da togliere il fiato.
Vorrei urlartelo, violentarti gli orecchi ora ipersensibili, ma so che la voce mi si romperebbe in pianto e svilirei tutti i miei sforzi, tutti gli espedienti di queste settimane. Afferro le tue cosce con entrambe le mani e stringo fino ad avere le nocche bianche. Gridi, balbetti, più per la paura di ciò che potrebbe accadere che per il dolore. Apro le mani, allungo le dita e ti graffio crudele, rigando la tua pelle sottile di fata perfetta, incolume; arrabbiata, ti mordo più volte cercando il sapore del sangue, ma senza riuscirci. La mandibola frena un attimo prima di ferirti: il cuore, maledettamente debole, piega ogni mio gesto rendendo la mente molle. Appoggio la fronte madida sul tuo pube rasato e respiro a fondo, stordita; sono libera e ti ho tra le mani, ma sono legata da corde invisibili. Alzo gli occhi e per un attimo mi sembra di vedere il sorriso beffardo del mio destino, lì, a galleggiare sulle tue labbra piene. Allungo il braccio e con il medio te le sfioro leggera; tu sorridi, ormai consapevole del tuo potere, incredibilmente forte nonostante la forzata immobilità.

Racconti Erotici: Folle imperfetto


Dalla community di Rosso Scarlatto, un raffinato racconto di erotismo d’autore.

Folle imperfetto

  • di Madame Snob

Lo so che non è corretto. Anzi, direi che è certamente criminale; ma non avevo altra scelta. Ci ho pensato a lungo, sai? Prima di decidere di farlo, intendo; poi, una volta assunto il rischio, ho calcolato nei minimi dettagli tutto il mio piano: i tempi, il luogo, le persone. Non è certo il caso di correre rischi o di improvvisarsi stratega, specialmente quando la razionalità vive solo nel processo, ma il fine ultimo, lo scopo di ogni gesto calcolato, è mero desiderio, brama, un’irragionevole sete di possesso. Per quanto lucida sia, la follia rimane tale; se la si deve mettere in opera, meglio farlo con classe, intelligenza e crudele dovizia di particolari. Il piacere cresce già nella preparazione, ci si compiace di ogni obiettivo raggiunto, lo si spunta dal disegno originario sentendo che la meta è sempre più vicina. La pelle s’increspa nell’eccitazione dell’attesa, che è aspettativa viva, attiva, in cui corpo e mente lavorano congiunti, in perfetta sincronia: una diabolica macchina da guerra. Personale, certo. Una lotta interessata, puramente individuale, deliziosamente arbitraria.

Racconti Erotici: Una domenica di fine luglio

L’estate è appena terminata, ed ecco a voi un delizioso racconto erotico selezionato dai migliori newsgroup e blog.

Una domenica di fine luglio

Ho lasciato Parma nel primo mattino, in compagnia di Giusy, con l’intenzione di trascorrere questa domenica di fine luglio distese sulla sdraio a prendere la tintarella, lasciando alle nostre spalle ansie e preoccupazioni.
Un leggero vento marino trascina verso la spiaggia un gradevole profumo di salsedine. L’odore va a mischiarsi alla nauseabonda puzza che proviene dalla pineta dove qualcuno sta arrostendo carne e pesce sulla griglia dei barbecoue. La musica della radiolina fa vibrare le membrane dei minuscoli auricolari che ho applicato alle orecchie. Il fracasso delle persone che mi circondano è continuo. Le loro grida sovrastano la musica delle emittenti radiofoniche. Da ogni direzione giunge insistente, a intervalli regolari, il trillo di qualche cellulare. Uno strepitio di voci, suoni, imprecazioni ed urla mi tiene compagnia in questa domenica al mare. Afferro il flacone di ambra solare e mi metto seduta sulla sdraio. Applico il latte idratante sulle braccia e lo spalmo, senza fretta. Sono in topless, la parte superiore del costume l’ho tolta dopo che sono scesa in acqua per darmi una rinfrescata. Indosso ho un tanga nero così minuscolo da farlo sembrare invisibile. Giusy si alza dalla sdraio, prende dalle mie mani il flacone di crema solare e inizia a cospargermela sulla schiena. Adoro il contatto delle sue mani sul mio corpo. Le dita frizionano con delicatezza i muscoli nella parte posteriore del collo.
Giusy ripete più volte la stessa manovra massaggiandomi con accortezza. E’ rilassante il contatto delle sue mani. Mi corico supina sulla sdraio. Giusy lascia cadere alcune gocce di ambra solare su miei seni. Con le dita cosparge la crema sulle sporgenze carnose che si elevano al centro delle mammelle.
L’insistente contatto delle dita mi provoca l’inturgidimento dei capezzoli.
Distribuisce il latte idratante su tutta la superficie di entrambi i seni agendo con cura e discrezione.
L’azione simultanea delle mani sulla mia pelle mi fa trasalire.