Lo sbiancamento anale: solo nel porno?

Entriamo in parte nel mondo del porno (perché lì si può dire che tutto abbia avuto inizio) e parliamo di una pratica estetica fortemente correlata con il sesso: lo sbiancamento anale.  Potete ridere a crepapelle, ve lo concedo, ma al contempo è importante riconoscere come questa pratica sia essenzialmente diventata di uso comune al fine di “ringiovanire” la parte interessata.

Partiamo da un concetto: tutte le cose se vengono utilizzate, in qualche maniera subiscono i segni del tempo.  Ed anche l’ano quindi, volente o nolente, risente di un particolare utilizzo. Di tipo sessuale ovviamente. Non troverete mai la pelle attorno al vostro orifizio scurita nel vero senso della parola per il semplice espletamento delle funzioni quotidiane.

Motivazione per la quale, almeno statisticamente, ad usufruire di questo ritocchino estetico sono in particolare le donne del mondo dello spettacolo con una particolare incidenza nell’industria pornografica. Va da sé infatti che in quel contesto, grazie alla categoria anal, e non solo, la parte in questione sia decisamente più sfruttata, portando la “gentil rosetta” ad un consumo decisamente più elevato ed ad una necessità estetica di ringiovanimento. Non pensate a niente che somigli ad un lifting o roba simile: ci mancherebbe solo da tirarlo più del necessario questo piccolo orifizio. Fortunatamente si può agire in via locale e senza controindicazione alcuna.

Lo sbiancamento anale consiste infatti nella semplice apposizione di una crema particolare sulla parte di sedere scurita dall’usura. Parliamo di un trattamento adatto anche agli uomini e che in Inghilterra appare già sugli scaffali dei supermercati!

Non mi stupirebbe trovare prodotti analoghi in breve anche tra i nostri scaffali. Ad ogni modo, tale trattamento è effettuabile anche per ciò che concerne la vagina, sempre che ne se rimanga all’esterno. Il consiglio, dato che si tratta di una pratica non priva di qualche rischio se si raggiungono zone che dovrebbero rimanere intoccabili, è quello di rivolgersi comunque ad un professionista.

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