Gerbilling e stupro: perchè diffusi nella pornografia giapponese?

Dedicandomi spesso al mondo dell’hentai e dei giochi flash giapponesi non ho potuto fare a meno di notare come il popolo nipponico, oltre alle ormai note tette ripiene di latte, abbia una particolare affezione per due pratiche sinceramente e senza dubbio esecrabili: quella dello stupro e quella dello gerbilling. Ora lungi da me dire che il Giappone intero sia abitato da pervertiti, ma se c’è una cosa certa è che entrambe le pratiche sono decisamente apprezzate nei videogame sexy.

Quello che è da comprendere è in quale misura tali fantasie rientrino come indispensabili nella vita quotidiana. Ma siccome molti di voi si chiederanno sicuramente cosa è il gerbilling, ora prima di tutto colmeremo questa lacuna. Con tale nome si indica la pratica che vede infilare nel retto o nella vagina di una donna (quasi sempre) un piccolo animale che, nella mente perversa dell’ideatore del videogioco o della storia. Esso rientra in quelle pratiche definite “supposte” del sesso.

Questo perché sebbene si abbiano notizie dell’esistenza di questa pratica, essa veniva utilizzata non per il piacere sessuale ma come strumento di tortura. E’ ancora riscontrabile nei porno giapponesi, ma quasi sicuramente, convengono gli esperti, si tratta di animali di gomma. Il perché del nome: esso viene da gerbillo, un piccolo roditore si pensa venisse usato allo scopo.

Sullo stupro c’è poco da dire se non che in questi giochi la ragazza che prima viene presa con la violenza, sembra poi prenderci gusto. Tralasciando le fantasia perverse delle persone, lo stupro è una pratica abominevole e la visione che ne esce di questi giochi non solo è esecrabile, ma altamente offensiva per le donne.

Eppure sono moltissimi i giochi che presentano queste due tipologie di “rapporto sessuale”. Viene spontaneo chiedersi cosa vi è nella mente della gente. Che il Marchese de Sade, in fin dei conti, non fosse semplicemente figlio di una società sbagliata?

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