Viva lo stupro? Per Facebook è uno simpatico scherzo ma la rete protesta

Ci sono voluti mesi, una massiccia campagna di protesta su Twitter, e una petizione online con centinaia di firme prima di convincere Facebook a rimuovere una pagina pubblica che incitava alla violenza sulle donne e allo stupro. Tutto perché i responsabili del social network avevano ritenuto la pagina come “umoristica”. Pub jokes, cioè storie da bar, che però erano incentrate su quanto è bello violentare le donne.

It is very important to point out that what one person finds offensive another can find entertaining – just as telling a rude joke won’t get you thrown out of your local pub, it won’t get you thrown off Facebook. (Facebook statement 17.8.11)

La pagina incriminata era stata segnalata allo staff di Facebook nell’agosto 2011 da uno studente del Regno Unito che ne chiedeva la rimozione.

I post in bacheca contenevano affermazioni molto violente, da bollino rosso, ma i giorni passavano e la pagina pro-stupro era sempre lì, visibile e accessibile a tutti, perché in fondo era considerata innocua, anzi addirittura divertente.

Il termine esatto è rape humor, cioè umorismo da stupro, ma non fa ridere. Per capirci, la pagina cosiddetta “innocua” incitava anche a “tirare mattoni in faccia alla fidanzata” se lei osava dire di no. Parole durissime che hanno sollevato un’ondata di sdegno in tutta l’Inghilterra. La faccenda è poi rimbalzata da internet ai giornali, fino ad arrivare ai canali della BBC. E finalmente la pagina pro-stupro è stata rimossa.

Via | The Guardian

Photo courtesy | Thinkstock

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