Formicophilia: il feticismo erotico amico degli insetti

I veri nemici dei produttori degli spray insetticidi non sono né le rane né i pipistrelli, bensì gli uomini e, in particolare, i persecutori della formicophilia, il feticismo erotico che adora includere formiche, zanzare e scarafaggi nel ménage sessuale di tutti i giorni. Una vera goduria che vede il suo picco massimo nelle calde serate estive…

Ebbene sì, amici e amiche; mentre i comuni mortali passano ore a spargere polveri anti insetti su balconi, mensole e davanzali, loro, i trasgressori del mondo fetish, corrono a comprare (o a catturare) le peggiori specie di insetti, veri protagonisti di folli incontri erotici e figure indiscusse del massimo appeal erotico green. Scherzi a parte, analizziamo più da vicino questo feticismo erotico cercando, magari, di comprenderne anche gli elementi caratterizzanti.

Per essere più precisi è innanzitutto opportuno suddividere il feticismo in due principali categorie: la formicophilia e la paraphilia. Nel primo caso, gli amanti di questo feticismo adorano sdraiarsi a terra e farsi scoprire da un gruppo di curiosi insetti che, lasciati liberi di camminare senza alcuna trappola killer chimica, esplorano il corpo del loro “amante” assaporando i luoghi più nascosti e reconditi del corpo umano traendo puro piacere sessuale da un’esperienza che molti definirebbero pressoché angosciante. Ancora più subdola è invece la paraphilia: in questa pratica i feticisti usano invece prelevare gli insetti che preferiscono e confinarli vicini ai loro genitali godendo, passo dopo passo, tutte le bizzarre sensazioni che l’insetti è in grado di dare loro. In entrambi i casi la dimensione e le caratteristiche degli insetti sono gli elementi in grado di fare la differenza nella stimolazione. Dopo numerose ricerche non abbiamo trovato molte indicazioni a riguardo, nessun segreto nascosto da condividere, nessuna stranezza sulla quale ridere tranne una, o meglio due. Il ragno e il millepiedi sono due tra gli insetti più amati per la stimolazione. Anale.

[Photo Credits scienceblogs]

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