Fetish Sex, racconti erotici per un nuovo femminismo

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Chi nasce schiava muore schiava.
E non date retta a chi dice il contrario: vi sta mentendo. Vi sta mentendo perchè la schiavitù non è una scelta, non è uno stile di vita, non è un vestito che s’indossa solo qualche ora al giorno. La schiavitù è insieme una condanna e un vanto. È un castigo che sei fiera di meritare. È il dolore di un amplesso brutale, che ti forza al piacere. È la voce del tuo Padrone che ti ordina cosa fare. È l’impronta delle Sue dita che ti frugano tra le gambe fino a farti male. È il piacere, che attraverso il dolore, ti costringe a gridare.

Il fetish non è un’invenzione degli ultimi anni. Le sue origini sono molto più antiche, risalgono addirittura agli anni ’20, quando per reagire al proibizionismo, l’America meno puritana decise di rincorrere un divertimento anche più pericoloso del consumo di alcolici. In questo clima di repressione sociale e sessuale, il fetish attecchì e si diffuse in fretta, proprio come un’erba cattiva, soprattutto negli ambienti di quella borghesia meno moralista e più aperta alle nuove idee, che annoverava tra i suoi ranghi uomini di elevata cultura ed istruzione, tutti frequentatori abituali di “casini”.

Gli anni ’20 furono anche gli anni in cui, per la prima volta, alle donne fu riconosciuto il diritto di voto, evento che permise al movimento femminista di lasciarsi alle spalle quegli ideali di pietà, purezza, sottomissione e domesticità che aveva relegato la donna al governo della casa come rifugio dalle tentazioni di tutti i giorni. Perciò non deve stupirci che fra i primi sostenitori della cultura fetish, si ritrovino anche molte donne. Anzi, il fetish, come moda e come stile di vita, era visto come un segnale di quell’emancipazione femminile tanto agognata.

Nel periodo che va dagli anni ’30 agli anni ’60, sulle pagine delle riviste rivolte al pubblico femminile, si cominciò a scrivere esplicitamente di solitudine, omosessualità, e amori che non sempre avevano un lieto fine. Il magazine “Your Romance“, molto popolare in America alla fine degli anni cinquanta, conta all’incirca 250 lettere al direttore in cui donne giovani e meno giovani, tutte regolarmente sposate, confessano di avere difficoltà a rivelare i loro desideri più nascosti, come la voglia di essere legate e sculacciate, a quegli ignari mariti che le vorrebbero dedite esclusivamente alla cura dei figli e della casa. Ma con gli anni ’60 i tempi erano maturi per un cambiamento, ed il fetish, lo spanking, il bondage, vennero ampiamente sdoganati da fumetti cult come Guendalina, eroina vestita di pelle nera e armata di frusta, e da una moda che mescolava pelle, plastica e borchie, capi dell’abbigliamento S/M che ritroviamo attuali anche oggi.

Tuttavia il Fetish non è una moda, e nemmeno una banale trasgressione erotica per coppie annoiate.
Ora come allora, il Fetish è ancora un simbolo, un mezzo per affermare la propria emancipazione attraverso il sesso ed il feticcio, al di là di ogni preconcetto morale.  I miei racconti, che trovate ora nel libro Fetish Sex, li ho scritti pensando soprattutto alle donne, senza trascurare, tuttavia, un punto di vista più maschile. L’ispirazione è dovuta anche alle email che mi sono giunte tramite Cooletto. Perciò, i veri protagonisti siete voi.

Fetish Sex di Cristiana Danila Formetta.
2009 – Ed. L’Orecchio di Van Gogh

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