Racconti erotici: un piccolo estratto da Fetish Sex

racconto bdsm

Molti pensano che la schiavitù sia violenza, tortura, una mera faccenda di fruste e catene, ma non è così. La vera schiavitù è molto più complessa. La schiavitù è innanzi tutto un’attitudine mentale. È guardare in faccia i propri limiti e capire che se non si è abbastanza forti da comandare, si deve essere altrettanto forti da sottostare a chi ha davvero autorità.

Il mio Padrone non ha bisogno di incatenarmi, di imbavagliarmi o di mettermi in faccia una di quelle buffe maschere di lattice nero. Quelli sono materiali di scena, accessori per coppie borghesi in vena di una serata un po’ trasgressiva.

Fetish Sex, racconti erotici per un nuovo femminismo

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Chi nasce schiava muore schiava.
E non date retta a chi dice il contrario: vi sta mentendo. Vi sta mentendo perchè la schiavitù non è una scelta, non è uno stile di vita, non è un vestito che s’indossa solo qualche ora al giorno. La schiavitù è insieme una condanna e un vanto. È un castigo che sei fiera di meritare. È il dolore di un amplesso brutale, che ti forza al piacere. È la voce del tuo Padrone che ti ordina cosa fare. È l’impronta delle Sue dita che ti frugano tra le gambe fino a farti male. È il piacere, che attraverso il dolore, ti costringe a gridare.

Il fetish non è un’invenzione degli ultimi anni. Le sue origini sono molto più antiche, risalgono addirittura agli anni ’20, quando per reagire al proibizionismo, l’America meno puritana decise di rincorrere un divertimento anche più pericoloso del consumo di alcolici. In questo clima di repressione sociale e sessuale, il fetish attecchì e si diffuse in fretta, proprio come un’erba cattiva, soprattutto negli ambienti di quella borghesia meno moralista e più aperta alle nuove idee, che annoverava tra i suoi ranghi uomini di elevata cultura ed istruzione, tutti frequentatori abituali di “casini”.

Gli anni ’20 furono anche gli anni in cui, per la prima volta, alle donne fu riconosciuto il diritto di voto, evento che permise al movimento femminista di lasciarsi alle spalle quegli ideali di pietà, purezza, sottomissione e domesticità che aveva relegato la donna al governo della casa come rifugio dalle tentazioni di tutti i giorni. Perciò non deve stupirci che fra i primi sostenitori della cultura fetish, si ritrovino anche molte donne. Anzi, il fetish, come moda e come stile di vita, era visto come un segnale di quell’emancipazione femminile tanto agognata.

Mai troppo tardi per le fragole: la forza del desiderio nelle poesie di Carmine Mangone

Bisogna farsi dell’amore
un’idea offensiva
con sorrisi di pioggia battente
sulle teste da tagliare
perchè ogni amore è un criterio di verità
ogni abbraccio è una
porta che si spalanca sulla comunità ingovernabile
e a volte
bisogna essere davvero intolleranti
non per difendere la propria verità
ma per far sì che gli altri se ne inventino una.

Qual è il modo giusto per accostarsi alla poesia di Carmine Mangone?
Il mio consiglio è uno soltanto, provare a raggiungere quell’idea offensiva dell’amore sopra accennata. Per fare questo, occorre abbandonare tutti i luoghi comuni sull’amore, e in special modo sulla poesia d’amore, tanto perfetta nella metrica quanto lontana dalla carne. Nella raccolta poetica “Mai troppo tardi per le fragole” (2009 – Edizioni L’orecchio di Van Gogh), l’amore carnale non è più solo una vaga possibilità, ma diventa intenzione, violenta e ossessiva. Un sentimento quasi molesto che alla fine si scioglie in una promessa di reciproca soddisfazione.