Donne e sexy shop: analisi di un comportamento

Donne e sexy shop: due concetti che vanno d’accordo più di ciò che normalmente si crede, ma che vivono per loro stessa definizione di un anonimato dettato dal mondo esterno.

È inutile negare che molto difficilmente le donne ammettono di servirsi o di essersi servite in un sexy shop, rischiando di essere giudicate dal mondo intero e dai propri amici.

Come sempre si tratta del solito retaggio di antica memoria, maschilista e sessista, con il quale le donne della nostra generazione (e non solo) devono fare i conti da una vita. Insomma, sebbene si speri sempre di vivere in una società presa pari passo da Sex & The City, qui in Italia difficilmente il sesso viene vissuto come si fa in America o in altri paesi.

La presenza dello Stato del Vaticano e una diffusa e distorta morale cattolica createsi negli anni hanno portato, specialmente per ciò che riguarda le donne, ad una sorta di castrazione totale per la quale il sex toys e la masturbazione vengono viste come un qualcosa di sporco e non necessario.

Ora a parte il fatto che più una donna è soddisfatta e meno è nervosa, è davvero ingiusto che la stessa debba sentire perennemente una sorta di senso di colpa nel avvicinarsi a questo tipo di mercato.

Poiché, a dispetto di quello che può sembrare ad un primo sguardo, il mercato degli oggetti del sesso è tutt’altro che maschilista. Anzi, ingegneri e studiosi di ogni sorta sono sempre al lavoro per creare quell’oggetto in più in grado di maggiorare il piacere della donna, studiandone forme, materiale, ergonomie sempre nuove  adatte a prendersi cura del sesso femminile come mai fatto in precedenza.

Sarebbe quindi ora del mondo smettesse di giudicare le donne che decidono di divertirsi e utilizzare sex toys in libertà. Al contempo le stesse dovrebbero imparare a fregarsene di tutto e di tutti, concentrandosi solo ed esclusivamente su cosa può dare loro piacere. E se questo vale una bella gita presso una sexy shop, ben venga!

Condividi l'articolo: