Tristezza post sesso: colpisce una donna su tre

Sebbene le aspettative del sesso siano immense quando si prende anche lontanamente in  considerazione l’idea di mettere in atto posizioni del kamasutra non facilissime da sostenere, difficilmente l’atto sessuale viene inteso come una cosa che possa creare stress e malessere nella donna.

A quanto pare però, almeno un terzo delle donne australiane viene colto da una sorta di “depressione post coito” che crea ansia, disturbi ed in alcuni casi anche attacchi di pianto.

Si tratta di una sorta di malinconia riscontrata dai ricercatori australiani della Queensland University of Technology di Brisbane , non nuovi a studi del genere. Su un campione di 200 giovani donne prese in considerazione ed intervistate, il 32,9% sostiene di non sentirsi bene dopo un rapporto sessuale, e lamenta tutta una serie di disturbi di tipo psicologico. Altro che gioia ed orgasmo.

Sono state le stesse donne a richiedere risposte su questa sorta di patologia, che in alcuni casi si ritrova ad essere un vero e proprio impedimento ad una sessualità vissuta coscientemente e pienamente . All’inizio si pensava che tutto potesse essere ricollegato ad abusi subiti in giovane età delle donne intervistate: nella maggior parte dei casi è stato però rilevata l’assenza di questo tipo di esperienza.

Si è passati quindi a prendere in considerazione il lato “fisico” della questione. E l’ipotesi più accreditata tra gli scienziati è che vi possa essere una spiegazione derivante da una certa predisposizione genetica.

Sebbene in questo caso ad essere stati pubblicati su Journal of Sexual Health siano stati dati raccolti da Robert Schweitzer, Brian Bird e Donald Strassberg sulle donne australiane, sembra proprio che questa “sindrome” sia tipica delle donne di tutto il mondo, che mai come ora, in un momento nel quale le donne sono in grado di vivere appieno le gioie del sesso, si chiedono il perché dell’esistenza di un tale disturbo.

Ciò che ha colpito i ricercatori è che tale malessere non ricollegabile nemmeno a cause pregresse di tipo psicologico. Come spiega Robert Schweitzer:

Questo suggerisce altri fattori, come la predisposizione biologica che può essere più importante per capire il fenomeno e individuare le donne a rischio di sperimentare disforia post-coitale.

Che dire, speriamo se ne venga presto a capo.

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