Racconti erotici: Interdetto fare di una fine

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Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Non ricordavo di aver lasciato uno schiavo degno al suo finire mordente. Legato come una scia senza senso, lo vedo assopito di speranze, di un mio rapportarmi al suo stato. Lo osservo felice del mio potere, del suo essere scadente a ogni lancetta che passa. Il silenzio restituisce anima allo sguardo, e il corpo danza di fulmini al vedere. Lo lascio ancora lì, più tardi avrei pensato a lasciarlo andare.

Ora ho la mia frusta che mi aspetta, un altro segno che è appeso al muro aspettando la sua sorte, di lividi e forza. La mia casa è un’armatura varia di aloni e un esercito di individui inutili a mostrarsi. L’erotismo è una sensazione che appaga la luce, l’orgasmo è un’ essenza che da fuoco all’assenza. L’eccitazione è il lenire al finire, un dolore a soffrire. L’altro schiavo è crocifisso al muro, bendato e legato ai polsi e ai piedi.

Racconti erotici: Nulla è più terribile di uno spiraglio (Ultima parte)

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(Continua dalla prima parte)

Si alza e mi sbatte al muro, accarezzandomi, leccandomi, baciandomi il collo, sento la sua pressione su di me, le nostre intimità a stretto contatto. Ma non ero io a dirigere l’orchestra? Decido di lasciare l’istinto al caso. Il suo duro riflette in me, come la costante sta alla variabile. Ci sono schemi che non donano spazio e penetrano tra la luce e lo spiraglio, tra il buio e l’abbaglio. C’è un fulmine a ciel sereno che spreca dettagli. Lui si muove ai miei andamenti, lo voglio dentro di me e mi aggrappo a lui come la mia unica salvezza. Con le mie gambe avvolte al suo ventre, divento una geometria attorcigliata, dove il cerchio ha anche punti paralleli, obliqui e perpendicolari.

Sporca, sono pulita della mia invadenza. Tagliare flessibilità fa parte della mia onestà. Mi sposta il tanga, senza toglierlo. Appesa in aria, sicura di non cadere e sicura del mio godere, lo lascio trascinarmi nella sua penetrazione che si fa grande alla mia piccola parte intima, ma che, cogliendone il momento, si allarga alla più grata percezione. Spinge il suo verso come una poesia da scrivere in quel muro di appoggio, bianco e privo di quadri. Sento la sua sicurezza di uomo che si annienta e che paga. Sento la sua forza donarmi della certezza di aver fatto la scelta giusta nel dare un’altra possibilità. Questa è la sua rivolta alla fine. Intanto godo del corpo solido e morbido che entra ed esce dentro di me, mentre le mie braccia si stringono al suo collo e graffio la sua schiena, approfittando delle mie mani libere. I ruoli si rovesciano se sono io a volerlo. Nella mia testa vedo spine, piume, rose e orchidee bianche, che mi distraggono dai suoi colpi decisi che sembrano, ora, non voler finire mai. Come la nostra lunga intervista, come il nostro lungo pranzo. È successo tutto in fretta, tutto con calma. La lentezza è una prigione del fugace. Io possiedo il suo possedermi e mi affligge resistere ancora alla mia dannazione. Devo venire e svenire, ora sono piena di me e devo travolgere tutto il mio sciogliermi, per rilassare il mio corpo.

Racconti erotici: Nulla è più terribile di uno spiraglio (Prima Parte)

Spirale

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Mi chiedevo dove avessi messo la penna.
Quella maledetta penna che è anche stimolo inconsiderato del mio concetto di donna. A volte, il lavoro di giornalista pesa quanto una sostanza che si nasconde dal creato.
Trovo la penna.
Devo intervistare un famigerato politico, anarchico e miserabile, una persona che a me non dà nulla: è solo pane per i miei denti. Mi nutro di blocchetto, penna, registratore ed esco. Tutti seviziano i loro appunti su prestigiosi taccuini; io spalmo le mie parole su un euro di block-notes a quadretti. Essere alternativa fa di me l’abbondanza.
Corro, ora corro perché si è fatto tardi. Perché stamattina ho messo i tacchi? Non avevo deciso di posizionarmi in una comoda e andante situazione? Niente da fare, la mia contraddizione spazia stimoli che mai riuscirò a capire. La mia gonna saltella con ritmo costante alla mia camicia: stamattina sono una donna moderata, con in tasca la sorte di una penna. Il taxi ha un numero ordinario e strano alla mia memoria. Per un attimo ho pensato di avere un appuntamento con il Diavolo in persona. Chissà, potrebbe anche succedere di incontrarlo davvero. Ho una mente malata, che distrugge i nervi solo al pensiero di esibirmi, ma oggi sono seria e responsabile di me: estremamente libera dai miei peccati. L’autista, affamato di soldi, mi fa pagare prima che arrivi a destinazione. A volte, non capisco il gioco di morire.

Racconti erotici: Visioni Lesbo

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Mi lasci entrare senza curarti neanche di guardarmi in faccia, davvero lodevole il tuo egoismo. Avevi troppe cose da fare, nervosamente cercavi qualcosa che non riuscivo a identificare. Distrattamente ti curavi solo di te stessa. Il mio cameraman già ti odiava prima di arrivare, ora ti aveva proprio messo la croce. Io sono sempre stata una persona che si adatta alle situazioni, ma non essere considerata mi irritava parecchio. D’un tratto ti metti a sorseggiare il caffè guardandoti allo specchio e ti volti verso di noi, rispettivamente intervistatrice e l’operatore della camera fatale.

Mi guardi per un pò e poi dici “Non sapevo che le giornaliste fossero così belle”, rivolgendoti a me. Io faccio finta di nulla e preparo il campo di azione con il mio collaboratore. Tu rimani in piedi a guardare e poi ti siedi sul divano, invitandomi di venire lì vicino per farti le domande. Una scrittrice come te bisogna saperla domare ma io ho la tranquillità in corpo, sempre e comunque.

Racconti erotici: Eclissi in stato di Luna

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Avrei potuto ucciderti e la mia intenzione era quella. Cullarti di dignità era uno sfregio che avrei voluto vedere. Sono stanca di essere amante della maledizione che oscura il presagio, voglio di più e voglio solo te. Sono ossessionata di averti per me e non dividerti con nessuno. Sei l’uomo dei miei guai e io sono la donna che ti porterà alla fine. Ti ho legato e bendato, tu pensi che sia un altro dei miei giochi, ma stavolta se non rispondi giustamente alle mie domande, il mio senso ti spingerà alla morte. Il sangue ha il colore di rosso che io accolgo sempre con disinvoltura.

Non sono pazza, ma maligna di obliquità. Ora inizia la danza dell’affanno, quello che tra un pò non avrai più. Voglio che mi dici che sono solo tua, che sei solo mio, che avremo un futuro insieme e nessuno ce lo impedirà più. Voglio desiderare di volerti e distruggere chi ostacolerà il nostro percorso. Sono malata e cattiva alla noia, all’abitudine, al coraggio, alla parzialità, a infettare, a escogitare, a elogiare, ad accontentarsi alla rassegnazione.

Racconti erotici: Contraddizioni Sexiste

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Me ne stavo tranquilla, a fare il mio lavoro liturgico di catturare impressioni. Quando ricordo Fabio mi vengono i brividi. Io sono solo una giornalista che cerca di scrivere articoli interessanti e di avere una lode in merito, ma ancora la strada è tanta da fare. Fabio è un mio collega, un ragazzo alto più o meno 1 e 80, moro, occhi scuri, belle labbra e magro. Non so se abbia un fisico muscoloso, indossa sempre camicia, giacca e cravatta con pantaloni e scarpe nere. Non si intravede un minimo di pancetta, quindi suppongo che abbia un fisico comunque bello da vedere e toccare. Non mi sono mai piaciuti i bellocci e perfetti, ma lui mi ispira tanto sesso e sinceramente sono 4 mesi che sto a secco e per me è tanto.

Io sono alta 1 e 70 circa, i miei capelli sono lunghi castani e lisci, i miei occhi riflettono di colore azzurro. Sono magra con una seconda di seno. A me piacciono le mie tettine proporzionate al mio fisico.
Fabio è molto schivo, non ci vediamo sempre, lui è spesso in giro , io sempre in ufficio. Non so se sia fidanzato. A me piace molto. Sono timida e cerco di farmi accorgere. Spesso quando lo vedo mi bagno, è una sensazione di rilassamento proficuo, teso a cospargere versi di volere un qualcosa che per ora non c’è.

Racconti erotici: Due donne in due liti

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Il nostro rapporto respira da alcuni mesi e ancora di ostini a frugare tra le mie “cose”, cercando la tua gelosia che non va via, che non è nascosta tra le mie “cose”, ma domina solo paura, irrazionalità e debolezze nella tua mente. Siamo due donne, due amate, due amanti, due doti che incarnano la semplicità di essere.

Libera di ribellione, ti tolgo la mia borsa e ti chiedo cortesemente di smetterla in quegli atti deliranti che tutto davano tranne piacere. La mia lite era imparziale, la tua volava sulla parzialità. Lo spazio a volte era stretto del mio accorgermi soffocata. Mi hai fatto una scenata che ripercorre altre vie. Siamo consapevoli della nostra situazione e tu tendi a dimenticartene. Riesci ad essere calma anche quando sei infuriata, ma continui a iniettarmi facendo mille domande.

Racconti erotici: Leggera estremità

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Sono tornata a casa stressata dalla giornata e da me stessa, a volte non senti più il tuo stesso stato e ti distruggi di idee. Credevo di trovarti ma mi sbagliavo? Un’altra illusione? Eppure mi hai avvertita di una sorpresa… Anche stavolta potevo infliggermi al creato e inciampare su stralci impetuosi e incatenati. Avevo voglia di coccole, di carezze e di sentire il tuo corpo, ma dov’eri? D’un suono ti sei inondato e sei uscito fuori dall’angolo che ti ha nascosto a me fino ad ora.

Due sorrisi sono valsi al potere di abbracciarci e io finalmente potevo sentire il calore desiderato. Mi hai baciata con istinto di uno uomo strategico a evidenziare la sua armonia, e mi hai rilassata sul letto, facendomi allungare con le mie spalle rivolte alle tue mani. I tuoi massaggi erano germogli di tocco che seminavano leggerezza e profondità.

Racconti erotici: Schegge Sexiste

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Perchè ti sei fermato? Vuoi forse farmi credere che è tutto finito? Stupido orgoglio, sei sempre l’arma del desiderio. Sono cattiva, dentro, nel mio affliggere ribellione. Voglio solo corpi e nessuna altra tensione. La luce era il buio che disarmava, toccavo argomenti che non sentivo miei, tra l’incenso e i colori ridotti al niente. Era un gioco che mi dava i nervi, ti divertivi a chiudere gli occhi e cercarmi. La stanza era priva di luce, come il mio stato d’animo. Giocavo con il silenzio, nell’attesa di aspettare qualche tocco. Adoro le mani che accarezzano linee di brivido. Sento il sostare del mio essere, in questo spazio che è animato solo da gesti invisibili. Due bambini corrono per cercarsi, noi eravamo li per ritrovarci.

Mi sono inginocchiata, perchè quella posizione per me è il potere della mia gloria, io sono strana a schemi, perchè non ho schemi. Sfogo nel sesso ciò che non posso avere e che a volte desidero. Non ho bisogno di te, ho me. Non ho bisogno di abitudini, ma di voleri incostanti. Muovevo le mie mani in alto e ballavo una melodia che ragionava solo nella mia testa. Tu non sentivi il mio culto, la mia partecipazione, ma saresti arrivato nudo del tuo parere, lì, vicino a me. E’ irragionevole la semplicità della perversione, perchè per me, nulla è inquieto, tutto è normale nel diverso, nel giusto sbagliato.

Racconti erotici: Meccanismi in piccoli punti

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Avevo voglia di godere, di fare sesso, di distruggermi in inversi orgasmi, di deliri che appagano me e il mio corpo. Sono vera di istanti, euforica di movimenti, voglio concedermi e straziarmi come un furto che spera di essere scoperto. Abbandono il mio essere dominatrice e mi lascio andare al tuo essere uomo, il tuo gestire il dunque. Sono venuta da te con l’intento di farti agire, di lucidare lo stato più puro del nostro benessere o del nostro malessere. Puntami contro le tue croci e farle sentire dentro di me, come sangue che non molla a raggiungere il rosso che si atteggia.

Ci siamo accarezzati, coccolati, in attesa che il tuo duro avanzasse nell’aria statica di stimoli sensati. Io ero eccitata e vogliosa di essere penetrata in ogni mira tu volessi espormi. Non escogito fughe, non ora. Mi hai leccata in tutto il corpo, e mi hai tolto il vestito leggero che avevo, e mi hai lasciata solamente di autoreggenti e tacchi. Il mio intimo non faceva onore in quell’occasione, e ho preferito dimenticarlo.