Voyeur o guardone? E’ questione di lingua

Voyeur

Lingua parlata, che avete capito! Ecco il punto: se cerchiamo il termine “voyeur” sul vocabolario della nostra lingua (io l’ho cercato su quelli che si affacciavano sulla mia libreria, ma voi potrete scegliere quelli che vi pare) è abbastanza ovvio che la definizione che leggeremo sarà quasi sempre banale o scontata, insomma poco piccante, ad esempio: “Chi pratica il Voyeurismo”.

Basta però abbassare lo sguardo poco più giù (in direzione sinonimi per intenderci) per capire che in italiano chi sente certi “pruriti” non viene definito in altro modo se non quello di “guardone”, un termine che, non possiamo negarlo, proietta davanti ai nostri occhi l’immagine di un uomo, di mezza età (il più delle volte single o divorziato) che spia, magari nascosto dietro ad un angolo, le coppiette che prese dalla passione si scambiano baci ed effusioni amorose.

Cerchiamo ora lo stesso termine in un dizionario inglese e noteremo (almeno in quelle due o tre edizioni che ho controllato io), che non ci sono sinonimi “dispregiativi” ma che i tutto viene affrontato in modo molto tecnico: “attività preferita da chi ama trarre eccitamento sessuale guardando segretamente le performance altrui”. Una definizione che se vogliamo è un po’ una parafrasi politically correct di quel termine che piace tanto a noi italiani: un guardone, appunto.

Spostiamoci appena di un continente ed andiamo a cercare la stessa parola in un dizionario americano: la definizione che incontreremo ora non aggiungerà niente di nuovo rispetto a quello asserito dalla lingua inglese tranne un piccolo, ma curioso, particolare. Secondo gli americani infatti, i voyeur sarebbero persone che traggono piacere sessuale anche davanti dolore o alla sottomissione altrui, un campo totalmente nuovo nel contesto e che avremo modo di approfondire.

Sorpresi? Preparatevi a spegnere l’entusiasmo perché spostandosi ora nella terra di origine della parola, la Francia ,si rimane un po’ delusi: chi si aspettava grandi termini e definizioni leggere e luminescenti come pizzi e paillettes dovrà ricredersi perché l’attività della quale stiamo parlando non viene altro definita che “una malattia, una perversione”; definizioni e teorie un po’ troppo semplici e scontate.

Per fortuna ci danno qualche soddisfazione in più i nostri cari spagnoli che “umanizzano” il vizietto utilizzando il termine “mirón” (da mirar, che guarda) per intendere un uomo, o una donna “mirona” che fissa gli altri. Quindi, che stiate fissando il cameriere che vi serve il vino, il vostro cane per dirgli di non rovesciare il vaso che avete posato sul tavolo, o due che hanno le mani ovunque tranne che in tasca, non importate: sempre “mirón” siete, quindi tanto vale approfittarne!

[Photo credits Ritu B. Pant]

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