Sesso amatoriale: porno a km e costo zero

Le cronache italiane riportano oggi la notizia dell’ennesimo film pornografico amatoriale pronto ad uscire nei mercati con la presenza “scomoda” di un politico locale.  Di tanto in tanto queste news rimbalzano in rete, creando notizia e suscitando della facile ilarità al pensiero di un esponente della classe dirigente non solo nudo come un verme ma soprattutto esposto a possibili critiche e morali. Non è però sulla morale che volevo focalizzarmi quanto sul fatto che il genere amatoriale sia essenzialmente un porno a km zero

Un po’ come una sorta di pornografia “ecologica”. Rifletteteci bene: in una pellicola amatoriale gli attori di certo non vengono pagati quanto le star del porno (se spetta loro una retribuzione) i costi di produzione sono irrisori e la distribuzione viene praticamente facilitata dal genere stesso nel quale rientrano, che può contare su diversi canali specifici. Scenografia e luci sono al massimo del  semplice possibile: mi è capitato in passato di imbattermi in filmati porno girati sopra al tetto di un palazzo. Ed anche quando come location si sceglie una stanza, bastano un letto ed un tavolo a creare l’atmosfera.

Insomma, in fatto di emissioni di Co2 e di spese, il tutto viaggia sui minimi termini. Al contrario, per fortuna, delle protezioni in ambito sessuale: nella maggior parte degli amatoriali ( a meno che non si parli di coppie consolidate che si riprendono nel fare sesso a mo’ di sex tape, n.d.r.) il preservativo è l’immancabile della situazione, ed una delle poche voci di spesa che salgono.

Perchè definirla a km zero? Anche qui la spiegazione è molto semplice: quando si parla di sesso amatoriale ci si limita quasi sempre a cercar eventuali componenti dello stesso nelle vicinanze del luogo di ripresa, con conseguente abbattimento dei costi di mantenimento degli “attori”. Certo, ogni tanto ci si può imbattere nel personaggio noto, ma d’altronde… non c’è problema che non possa essere risolto con una maschera.

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