Malattie veneree? La colpa è della bambola gonfiabile

Generalmente, gli scienziati per le loro ricerche si servono di animali o persone, da intendersi come soggetti volontari. Ma per la prima volta a fare da cavia in una ricerca sulle malattie veneree è stata una bambola gonfiabile. Lo studio risale al lontano 1993 ma per qualche strano motivo se ne è saputo solo oggi.

L’esperimento, condotto da un equipe di medici inglesi, si proponeva di studiare le possibilità di trasmissione della gonorrea attraverso una bambola gonfiabile. Lo spunto per questa ricerca arriva dal singolare racconto del capitano di una nave diretta in Groenlandia finito in clinica per disturbi all’apparato genito-urinario, rivelatisi poi gonorrea. L’uomo, incalzato dai medici, aveva rivelato con un certo imbarazzo di essersi intrufolato di nascosto nella cabina di un marinaio per rubargli la bambola gonfiabile che aveva portato con sé per distrarsi durante il lungo viaggio. Sfortunatamente, il capitano non era stato l’unico a bordo ad avere quell’idea, e così la bambola è passata di mano in mano (si fa per dire) portandosi dietro infezioni e batteri.

Lo sfortunato capitano e il suo equipaggio, perciò, sono diventate le cavie inconsapevoli di un esperimento non premeditato sulle malattie a trasmissione sessuale. Ma hanno anche il merito di aver lanciato una nuova moda, quella di servirsi di bambole, real doll e manichini per nuove ricerche medico-scientifiche.

Un team di Hong Kong, ad esempio, ha realizzato una real doll in grado di simulare diversi tassi di sudore, così da studiare la sudorazione umana a diversi livelli di temperatura.

Via | The Guardian
Photo Courtesy | Thinkstock

Condividi l'articolo: