Lembo, il taglio che cuce

Uno sguarcire di anfiteatro,

immagini ridotte al buon senso,

può solo scuotere ciò che allevo

dentro lo stupire di frammenti.

Mi muovo sospesa nell’aria

al godere di un pregio,

di una virtù che calda

osa bandire.

Urla di odori,

si perdono tra i denti,

i corpi che in due sessi

si uniscono al guarire.

La voglia rimane placata,

dopo aver consumato destini,

dopo aver goduto di scatti di

bellezza.

Ne voglio ancora,

voglio muovermi con te,

dentro e fuori dal mio istinto,

seguendo il labirinto.

Gemiti che innalzano rossori,

sfinite tempie rimangono intonate,

aspettando che tutto prima o poi finisca,

e il tempo lenisca il liquido stanco.

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