Khajuraho, la città dell’erotismo

A quanto pare gli indiani sono esperti in materia di sesso. Kamasutra docet. E tra l’altro c’è una città indiana che si presterebbe bene a raffigurare l’amore. Khajuraho, appena ventimila abitanti, a 600 chilometri a sud di Delhi. Tra le mete turistiche più popolari del paese – possiede numerosi templi medievali induisti e giainisti dell’India – è caratterizzata da numerose decorazioni erotiche che spuntano da gran parte dei suoi edifici.

Elementi dal sapore di eros si trovano dunque in statue che raffigurano spesso uomini e donne impegnate in attività quotidiane. Ma perché tutto questo sesso? Molte le ipotesi. In primis quella che vede queste immagini di ispirazione tantrica. Secondo la tradizione religiosa, uno dei modi per ottenere l’illuminazione spirituale e liberarsi dalle negatività è la gratificazione degli istinti primordiali. Nella ricerca del nirvana, in effetti, il godimento fisico e l’esercizio spirituale sono fondamentali.

Molte statue sono anche sui templi di Khajuraho e ciò è dovuto all’influsso delle sette induiste Kuala-Kapalika che avevano come obiettivo il raggiungimento della unione mistica con la divinità. Unione che si aveva attraverso l’atto sessuale tra gli iniziati di una stessa setta.

Un’ultima teoria, infine, e probabilmente la più semplice: gli scultori rappresentavano la vita così come veniva vissuta all’epoca, compreso uno stile di vita sessuale abbastanza aperto.

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