Dongguan, la città del peccato

Il sesso è più che mai appettibile a Dongguan. Siamo in una città della Cina che conta qualcosa come 300mila prostitute, per non parlare dei locali hard che spuntano in ogni angolo. Rigorosamente camuffati da saune, centri benessere, bar e discoteche, sia chiaro.

Sì, chiamatelo pure paradiso del sesso, nonostante la prostituzione rappresenti un reato sin dagli anni Quaranta. Ma le donne non si fermano, anzi. Per arrivare a diventare professioniste del piacere, si impegnano in veri e propri corsi di addestramento che offrono anche cenni di recitazione, spogliarello, ballo e travestimento.

Dongguan, il sogno di molti maschietti. Portafoglio alla mano, i prezzi sono tutttavia nella media. Una prestazione standard può arrivare anche a costare sui cento euro.

D’altronde è la concezione di vita assai diversa dalla nostra. Il 10 per cento dei lavoratori di Dongguan, infatti, non si lascia tentare da pause caffè o aperitivi con colleghi e amici. Va direttamente al punto, al sesso a pagamento. Con il massimo godimento di chi riesce a tenere vivo un giro d’affari settimanale che può arrivare a settanta milioni di euro. Se questo non è business…

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