Escort: ninfomania o semplice guadagno?

Escort: una parola che sempre più spesso in questi ultimi tempi abbiamo ascoltato in televisione e letto sui giornali. Cos’è che spinge queste ragazze  a vendere il proprio corpo?

La domanda potrà sembrare retorica, visto che la “prostituzione” viene definita comunemente in ogni cultura “il mestiere più antico del mondo”. Ciò nonostante troviamo ad analizzare insieme il fenomeno, basandoci in parte sulle cronache recenti, in altra su ciò che la storia ci insegna e la medicina ci suggerisce.

Ovviamente il primo input che spinge le ragazze ad affrontare una carriera da escort è il miraggio di un guadagno facile senza troppo lavoro. Perché inutile negarlo, se si è abbastanza disinibite e non si hanno problemi di “coscienza religiosa”, barattare una sessione di sesso con del denaro non costa veramente nulla. L’unica cosa che potrebbe dar fastidio riguarderebbe la messa in atto di certe pratiche con le quali magari non sia dimestichezza.

Anche perché escort, talvolta, potrebbe rappresentare semplicemente sinonimo di “accompagnatrice”, ovvero una bella donna che accompagna una persona ad un evento sfruttando semplicemente e mettendo a disposizione la sua bella presenza. Si tratta di una minima percentuale dei casi, ma esiste come possibilità. Rimane ad ogni modo il fatto che decidere di fare la escort, e quindi vendere sesso, corrisponde quasi sempre ad un guadagno sicuro, e se sia in grado di “infiltrarsi” nei giusti giri, vi è la possibilità di mettere da parte un bel gruzzoletto. Soprattutto  se si riesce a trovare clienti facoltosi.

Vi è poi un altro aspetto di questa categoria di donne: una nota starlette televisiva ha recentemente ammesso di accompagnarsi a pagamento con uomini di un certo tipo perché sente “un bisogno irrefrenabile di fare sesso”. Parliamo di realtà, non finzione. In questo caso bisogna chiedersi: si tratta di una giustificazione ad un atto “illecito” o parliamo di una vera e propria dipendenza che mette a repentaglio corpo o mente? Ad onore del vero va sottolineato che quando si tratta di vera e propria dipendenza, sarebbe più corretto parlare di ninfomania: patologia grave che andrebbe curata e tenuto sotto controllo per non rovinare la vita della persona che ne viene colpita.

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