Don’t Say Gay: no all’educazione omosessuale

Don’t Say Gay: è questo il nome della legge passata la scorsa settimana e che vieta a tutti gli istituti di istruzione delle scuole elementari e medie inferiori di menzionare i rapporti di entità omosessuale durante le lezioni di educazione al sesso. L’emendamento, prima rifiutato, è stato ora abrogato e ha già fatto discutere molte associazioni omosessuali.

Don’t Say Gay proibisce così ogni riferimento all’amore omosessuale, una scelta che ha accontentato molte famiglie e che, al tempo stesso, non ha sicuramente fatto felici coloro che da anni si impegnano nel riconoscimento di un’identità sessuale che lotta contro l’etichetta del “diverso”, un’etichettatura che invece non fa altro che essere confermata dalle istituzioni politiche e sociali, gruppi decisionali che hanno confermato la legge fino al 2012 facendo già sapere alla stampa, e a tutti coloro che stanno lottando per l’abolimento del trattato, che la questione non sarà più affrontata per almeno un anno.

Come argomentare la scelta delle istituzioni? Difficile dirlo. Se infatti da un lato potrebbe essere prematuro affrontare l’amore gay con bambini di età inferiore agli 8-10 anni, è anche vero che invece affrontare queste tematiche in età giovanile può forse aiutare a fomentare nei più piccoli il valore dell’uguaglianza, il diritto e il dovere di rispettare tutti e di essere rispettati che spesso gli adulti dimenticano. E’ anche vero però, e questo forse potrebbe dare alla legge del Senato un valore positivo, che non sempre gli educatori offrono una panoramica valida di questi argomenti e il modo che si sceglie di affrontare per trattare temi così importanti potrebbe spesso causare più danni che giovamenti.

Tra tutti gli aspetti positivi, e negativi, che vi abbiamo illustrato ce n’è uno che sicuramente necessita di non essere messo in secondo piano: la scelta del nome della legge. La scelta di battezzare il bill 49 con il nome di “Don’t Say Gay” (non dire gay) manifesta, già da solo, un sentimento poco tollerante nei confronti del mondo omosessuale. Ed è forse questo ciò che più fa infuriare di tutta questa faccenda.

[Photo Credits ilperiodico]

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