Meglio gay o meglio omosessuale? Le parole giuste per dirlo

I termini eterosessuale e omosessuale vengono utilizzati raramente nel discorso comune. Più spesso le persone fanno a ricorso allo slang, al gergo, a parole o termini che però possono essere anche offensivi, se rivolte a chi pratica una sessualità non regolata da canoni ecclesiastici. Con il passare dei secoli, le parole usate per indicare chi è omosessuale, e i termini che gli stessi omosessuali utilizzano per parlare di se stessi, sono molto cambiati. Questi cambiamenti sono importanti per dirci come lesbiche e gay vivono la loro vita e cosa pensano di se stessi, così come sono importanti per capire le relazioni sociali che si sviluppano attorno e dentro la comunità gay.

Il termine “omosessuale” risale all’epoca vittoriana, e veniva utilizzato per indicare chi si sentiva attratto dagli individui del suo stesso sesso, ma all’epoca era anche sinonimo di disordine mentale e comportamento deviato. Perciò, tra gli anni cinquanta e sessanta, uomini e donne omosessuali decisero di adottare il termine “gay” per definire la propria sessualità. Gay stava a significare gaio, cioè felice, allegro. In questo contesto, l’omosessualità non veniva più associata ad un comportamento negativo, ma ad una positiva e orgogliosa presa di coscienza della propria identità.

Oggi, il termine lesbica è utilizzato in relazione alle donne omosessuali e deriva da Lesbo, il nome dell’isola greca in cui la poetessa lesbica Saffo aveva vissuto. “Straight” invece è più usato in lingua anglosassone, per indicare un individuo eterosessuale.

Scegliere qual’è il termine più giusto da usare e come usarlo, talvolta può essere assai difficile, soprattutto nel discorso comune, se ci si sta riferendo a qualcuno e si rischia di offenderlo o di mancargli di rispetto. E’ il caso, ad esempio, del termine inglese faggot (che può essere tradotto in italiano con la parola frocio o finocchio), uno slang che di recente è saltato agli onori della cronaca anche qui da noi, dopo che Rossano Rubicondi l’ha usato in maniera impropria durante una puntata del reality show l’Isola dei Famosi, proprio in riferimento a Vladimir Luxuria e alla comunità gay.

In generale, uomini e donne fanno riferimento a se stessi utilizzando i termini gay o etero, a seconda di come questi individui vivano la loro sessualità. Ma queste stesse parole possono acquistare un significato negativo, se cambiano il contesto o le persone che ne fanno uso.

Per esempio: a scuola il termine gay è spesso usato come insulto. Un ragazzo che viene chiamato gay, da un bulletto omofobico, magari della sua stessa classe, si sentirà offeso dall’uso sprezzante di questa parola. Ma quello stesso ragazzo, il giorno dopo, potrebbe essere felice di dichiararsi gay davanti agli amici che lo accettano e gli vogliono bene per come è fatto, senza dare importanza al suo orientamento sessuale.

Via| Avert

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