The Sims sotto accusa per rapporti omosessuali

Volevamo vedere fin dove si arrivava, prima di affrontare l’argomento. Ma dopo i manifesti dell’Ikea, prendere di mira addirittura un videogioco, The Sims, che offre la possibilità di adozione da parte di famiglie dello stesso sesso, sembra davvero esagerato.

Soprattutto perché nel resto del mondo viene considerata pratica normale e regolarmente conosciuta. E ci si chiede, senza alcun intento polemico-politico, se l’Italia non si diverta a rimanere indietro dal punto di vista dei diritti umani e dell’omosessualità.

Parlare di sesso in maniera allegra ed ironica non significa non affrontare i problemi che riguardando il sesso in tutte le sue accezioni. Non si sta parlando di pedofilia, deprecabile e da denunciare, ma di omosessualità, una tendenza riscontrabile anche nel normale mondo animale ( e che cos’è l’uomo se non un animale più evoluto, n.d.r.) ma continuamente usata nel nostro paese come spauracchio di problemi che non esistono.  Giusto ieri abbiamo parlato di kamasutra gay.

Ecco quindi che il videogioco finisce letteralmente nell’occhio del ciclone per via dei matrimoni tra persone dello stesso sesso e per le adozioni. Il gioco in questione ufficializza questa possibilità dal 2009, sebbene la polemica sia nata solo ora. Viene naturale chiedersi se ci siano voluti quasi tre anni per trovare un appiglio contro un videogioco, e se questi appigli esistano sul serio. Una delle più controverse frasi a riguardo è stata resa pubblica da uno dei sottosegretari deputati alla salvaguardia della famiglia, lo stesso che per motivi analoghi attaccò una recente campagna pubblicitaria, portando a reazioni più o meno ampie di associazioni di settore e del mondo dello spettacolo (sotto i video):

Queste lobby promuovono una cultura in contrasto con le leggi di un paese, come nel caso del matrimonio gay che da noi non è consentito. Da noi non esiste questa possibilità. Che il matrimonio uomo-uomo e donna-donna da noi è fuori legge. Che siano trasparenti verso i consumatori.

Quando si leggono tali frasi bisogna porsi degli interrogativi e chiedersi fino a che punto il diritto dell’individuo venga rispettato. In ogni sua accezione.

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