Uomo si frigge i genitali durante un gioco erotico e muore

Un gioco erotico può costare la vita, se non vengono prese le opportune precauzioni. È successo l’anno scorso all’attore David Carradine, trovato morto durante una pratica di auto-soffocamento erotico, ma prima di lui, la stessa sorte è toccata a Paul Martin, un uomo di 35 anni, meno famoso ma altrettanto sfortunato.

Paul Martin, di professione ingegnere elettronico, è stato trovato in fin di vita nel dicembre 2008, nella cantina di casa sua. Era nudo dalla cintola in giù e in mano stringeva ancora il congegno che si era fabbricato per aumentare l’erezione, formato da una serie di cavi elettrici agganciati ad un anello che poi si era stretto attorno al pene. Insomma una specie di rudimentale cockring ad alta tensione. Purtroppo la scossa è stata così forte da ucciderlo, anziché eccitarlo.

Da quel giorno si è scatenata una battaglia legale tra la sua vedova e la compagnia di assicurazioni presso la quale Paul Martin aveva stipulato una polizza sulla vita, e che proprio non ne voleva sapere di risarcire la donna per quella morte tanto assurda. Ma alla fine la compagnia è stata costretta ad arrendersi e ha riconosciuto che il sesso, tutto sommato, non è un’attività priva di rischi.

Dopo la morte del marito, la signora Amanda Martin aveva citato la compagnia di assicurazioni Hartford dopo che aveva respinto la sua domanda di risarcimento per morte accidentale. Infatti secondo i responsabili, il decesso non poteva ritenersi un incidente, un atto volontario compiuto da Paul Martin. Un atto volontario e certamente un po’ sciocco, direbbe qualcuno, e non a torto. Infatti applicarsi dei cavi elettrici ai genitali può sembrare una cosa abbastanza folle, ma la signora Amanda ha saputo dare una motivazione all’apparente follia del marito che ha convinto i giudici a perorare la sua causa.

In una dichiarazione giurata, Amanda Martin ha detto che suo marito – con il quale ha avuto una figlia nel 2006 – soffriva di ipertensione e diabete, che gli avevano causato una disfunzione erettile.

La mattina della sua morte, un Sabato, la famiglia aveva intenzione di uscire per la prima colazione. Ma quando Amanda si alzò dal letto, sua figlia era stata lasciata da sola in soggiorno così Amanda era scesa giù in cantina per vedere se il marito fosse lì, ma lo aveva trovato riverso a terra, nudo e con dei fili collegati al pene. Ma quello che a prima vista poteva sembrare un atto di autolesionismo volontario, era in realtà un incidente motivato dalla disperazione.

La corte le ha dato ragione, e Amanda Martin ha potuto intascare la plizza sulla vita stipulata dal marito, per una cifra di 81.000 dollari.

Photo Courtesy | Thinkstock

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