Svizzera: alle scuole elementari si costruiscono giocattoli (erotici)

Come spiegare la sessualità ai bambini senza qualche modellino? A pensarci effettivamente risulta abbastanza impossibile, soprattutto se gli studenti sono così piccoli ma non comprendere a fondo i temi della sessualità. Per limitare ogni incomprensione, e forse per rendere partecipi anche i più piccoli, una scuola elementare in Svizzera ha creato un nuovo progetto di formazione che, dal prossimo settembre, includerà un programma dedicato alla manualità che, attenzione, non vedrà la costruzione di modellini di macchinine e casette per le bambole, ma solo peni e vagine di legno.

Ogni bambini riceverà, a inizio del programma, il suo “sex box”, una scatola che conterrà i pezzi da assemblare e colorare secondo le indicazioni dei maestri, una scelta cheha mandato su tutte le furie moltissimi genitori. La scatola “piccante” di legno è stata distribuita a ben 30 scuole elementari e asili (sì, avete capito bene) e, nel pacchetto, sono stati trovati anche numerosi aggeggi tra cui bambole e bambolotti usati per gli “accoppiamenti” e coma validi supporti per indicare le dinamiche di approccio tra uomo e donna. Ma non è finita qui: nella scatola ogni scuola potrà anche trovare un manuale da mostrare durante le lezioni per insegnare, ai piccoli studenti, quali sono le zone intime erogene da stimolare per ottenere piacere.

Genitori infuriati, presidi soddisfatti. Molti di loro hanno infatti fatto sapere ai genitori, e alla stampa, l’importanza di una corretta formazione sessuale, soprattutto a un’età così bassa. I genitori però, non contenti, minacciano di ritirare i piccoli dalla scuola e degli asili se la formazione scoltastica sessuale non verrà rivista completamente. Rimarremo in attesa di altre novità a riguardo, anche per ora la situazione sembra già molto chiara: i pacchetti sono in fase di lavorazione e presto raggiungeranno le scuole svizzere. Consensi o no, le proteste non sembrano influenzare troppo alcune decisioni.

[Photo Credits thelocal]

Condividi l'articolo: