Soldati nudi e solidali con Harry d’Inghilterra: le foto

soldati nudi solidali harry inghilterra fotoGod save the prince“: spero che gli inglesi non ce ne vogliano per questa modifica del loro inno. Perchè non solo vedere Harry nudo ci ha fatto sorridere e pontificare su quanto stia messo bene il principino di Inghilterra, ma soprattutto perchè le furiose strigliate che tutti noi abbiamo immaginato abbia preso dalla Regina e dalla famiglia reale inglese tutta hanno portato ad una campagna di solidarietà che ha riempito Facebook e Twitter di soldati nudi.

Uomini nudi e donne nude come se piovesse, più o meno coperti da ammennicoli di varia natura. Le donne hanno da poco trovato il loro posto in questa campagna: l’importante nel loro caso era la copertura delle tette (niente capezzoli in vista quindi, N.d.R.) ed un po’ di ironia, che non guasta mai. Povero Harry, bistrattato perchè nudo. I militari, colleghi del giovane che come saprete tutti è stato anche di stanza in Afghanistan, hanno deciso di essere solidali con lui, dimostrando con un po’ di goliardia che non vi è tutto questo scandalo a farsi vedere come mamma ci ha fatti.

Al momento non si sa se l’esercito prenderà provvedimenti contro coloro che si sono denudati, ma è fuori da ogni dubbio che le foto di nudo che si possono visionare all’interno di questa campagna “Support Prince Harry with a naked salute!” sono davvero il top della goliardia e del divertimento. Noi ne abbiamo fatta una selezione per potervi mostrare quelle che più ci hanno fatto sorridere, ma davvero, vi posso giurare che l’inventiva umana non ha limiti. Personalmente e mi dispiace quasi anticiparvelo, la mia preferita è quella del soldato che si copre i sacri gioielli con Ken di Barbie.  E’ un vero spettacolo.

Ma non mancano foto più mache e divertenti. Nudo o no, è palese che il principe di Inghilterra sia amato dai suoi commilitoni e dai suoi cittadini.  Questa monarchia non ingessata sembra proprio piacere: e che questo amore venga dimostrato senza vestiti, ci diverte davvero tanto.

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