Peta: il porno salverà gli animali? Dì la tua…

In Italia, la presenza mediatica dell’associazione animalista non è così forte come negli Stati Uniti o nel resto del mondo, quei manifesti un po’ osé che invitano le donne a lasciare a casa la pelliccia sono forse poco affini alla morale del nostro Paese. Negli altri Stati però, la propaganda della Peta è sempre molto apprezzata, tanto che l’organizzazione ha da poco fatto sapere di voler rincarare la dose.

Peta ha infatti annunciato che lancerà un sito pornografico dove raccogliere adesioni e consensi accalappiando (o mettendo in gabbia, visto il soggetto) gli uomini che adorano la caccia e che, si spera, metteranno da parte fucili e trappole per seguire ben altri istinti. Come avviene per la campagne pubblicitarie, infatti, Peta ha scelto di puntare nuovamente l’attenzione sul corpo femminile senza però avere ancora trovato la chiave giusta per aprire un luogo virtuale pornografico dove il messaggio principale sia l’abolizione della caccia.

Interrogata, la Peta non ha dato informazioni abbastanza soddisfacenti a riguardo e, in effetti, non è così difficile immaginare il perché. L’annunciato sito pornografico, nuovo baluardo delle buone intenzioni, non dovrà solo attirare l’attenzione degli uomini, obiettivo per altro molto semplice, ma anche quella delle donne: sono loro infatti a voler acquistare pellicce e beni di lusso di origine animale, una richiesta che, essendo in continua ascesa, non fa che fomentare l’attività di caccia lasciando poco spazio ai quesiti di origine morale. La Peta, nel frattempo, ha fatto sapere di aver iniziato a lavorare al progetto con la speranza che la stampa, o le donne stesse, non gli voltino le spalle. Le accuse di maschilismo e mercificazione, comunque, sono già dietro l’angolo.

Una domanda però è lecita: la pornografia femminile sarà in grado di attirare su di sé l’attenzione di tutte le donne? E se sì, come potrebbe attirare gli animali considerando che l’associazione stessa si dichiara da tempo senza scopo di lucro? Detto questo, ci rivolgiamo soprattutto alle donne: può il corpo femminile, svestito di ogni capo di origine animale ritratto in atti erotici, convincervi che la caccia sia un atto disumano? L’impatto sarebbe forse diverso se la Peta scegliesse protagonisti maschili? Fateci sapere cosa ne pensate!

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