Sex toys? Usati fin dall’antichità

I sex toys non sono oggetti di piacere nati nella civiltà moderna. Questi, già nell’antichità, erano progettati e prodotti dalle varie popolazioni con una sofisticatezza tecnica maggiore di quella attuale.

Sex toys? Roba antica e apprezzata

È inutile girarci troppo intorno: una certa morale ci ha spinto a rimanere indietro anche per quel che riguarda i sex toys. Basta fare un salto indietro nel tempo e studiare i popoli dell’antichità per capire che questi prendevano il sesso seriamente.

E favorivano, come possibile, il piacere. Le palline da geisha, attualmente ancora utilizzate, sono solo un esempio di ciò che dall’antichità è giunto fino a noi. Volete una riprova di questo interesse antico per i sex toys? Basta citare la commedia Lisistrata di Aristofane, risalente al V secolo a.C. Le donne lamentavano di dar vita a uno sciopero del sesso. Sottolineando come “da quando i Milesi ci hanno tradito non ho visto”, si lamentava la protagonista, “più nemmeno un olisbo da 8 dita a darci un po’ di sollievo.

Già solo questa frase rende abbastanza chiaro quali fossero i desideri delle donne del tempo. E cosa sarebbe servito. L’olisbo (nome derivato dal verbo “scivolare”) era in pratica un dildo di cuoio lungo circa 15 cm. Venoiva prodotto a Mileto, nell’attuale Turchia e lubrificato con l’olio d’oliva.

Oggetti erotici risalenti anche alla preistoria

Chiamiamole sceme, le donne dell’antichità. Attenzione: qui si parla già di una popolazione con una certa organizzazione politica e sociale. Ma oggettistica simile è stata trovata anche in siti archeologici preistorici in Germania e in Svezia. Senza contare che molti studiosi ritengono che tante sculture votive venissero utilizzate come sex toys.

Quel che è certo è che, senza la morale apportata dalle religioni più moderne, nei paesi pagani o nelle civiltà antiche troppi problemi con il sesso non se li facevano.

E, tralasciando possibili istinti sfogati dall’uomo preistorico con animali, quando si parla di sex toys non si parla di nulla che ancora oggi non si faccia e che rientra nella normalità.

I Greci consideravano i diversi falli finti, o olisbos, come il giusto passatempo per vedove, mogli insoddisfatte e donne dell’isola di Lesbo. Si trattava anche di un sex toy utilizzato spesso dalle cortigiane nel corso delle orge, come rappresentato in diverse pitture erotiche.

Un approccio, questo, al sesso che passò anche ai Romani, dove il suddetto gingillo di cuoio venne soprannominato penis coriaceus, come rappresentato anche su alcune mura di Pompei. Si pensa anche che l’utilizzo di questi dildo di cuoio fosse prassi frequente anche tra le sacerdotesse di Priapo. Prima, ovviamente, dell’avvento del Cristianesimo e di tutti i sensi di colpa causati da questo.

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