Meglio gay o meglio omosessuale? Le parole giuste per dirlo

I termini eterosessuale e omosessuale vengono utilizzati raramente nel discorso comune. Più spesso le persone fanno a ricorso allo slang, al gergo, a parole o termini che però possono essere anche offensivi, se rivolte a chi pratica una sessualità non regolata da canoni ecclesiastici. Con il passare dei secoli, le parole usate per indicare chi è omosessuale, e i termini che gli stessi omosessuali utilizzano per parlare di se stessi, sono molto cambiati. Questi cambiamenti sono importanti per dirci come lesbiche e gay vivono la loro vita e cosa pensano di se stessi, così come sono importanti per capire le relazioni sociali che si sviluppano attorno e dentro la comunità gay.

Il termine “omosessuale” risale all’epoca vittoriana, e veniva utilizzato per indicare chi si sentiva attratto dagli individui del suo stesso sesso, ma all’epoca era anche sinonimo di disordine mentale e comportamento deviato. Perciò, tra gli anni cinquanta e sessanta, uomini e donne omosessuali decisero di adottare il termine “gay” per definire la propria sessualità. Gay stava a significare gaio, cioè felice, allegro. In questo contesto, l’omosessualità non veniva più associata ad un comportamento negativo, ma ad una positiva e orgogliosa presa di coscienza della propria identità.

Oggi, il termine lesbica è utilizzato in relazione alle donne omosessuali e deriva da Lesbo, il nome dell’isola greca in cui la poetessa lesbica Saffo aveva vissuto. “Straight” invece è più usato in lingua anglosassone, per indicare un individuo eterosessuale.

Il Sesso come Dio lo intendeva

La Chiesa ha sempre voluto farci credere che il sesso come Dio lo intende deve essere percepito solo come procreazione e non come gioia fine a se stessa.
John J. McNeill ha deciso di sfatare questo mito e di scrivere un libro che con tutta probabilità sconvolgerà gli animi dei cattolici. Il titolo è Sex as God Intended ed è un’analisi profonda degli insegnamenti della religione cattolica riguardanti il sesso e la sessualità. McNeill ha voluto esaminare le Sacre Scritture e decifrarle in un modo che differisce del tutto da quello usuale.

Una delle interpretazioni del libro riguarda la frase che introduce questo post. Secondo l’autore Dio non voleva che noi uomini considerassimo il sesso nel modo suddetto, anzi, voleva che lo ritenessimo anche un divertimento. Inoltre McNeill spiega che gli amanti descritti nel Canto dei Canti potrebbero essere due uomini e non due donne, e che il peccato di Sodoma sia in realtà l’inospitalità e non l’omosessualità. Il bello di quest’opera così come ci viene descritta da Jack Gardner su Edge, è che McNeill ha una spiegazione chiarissima per ciasun argomento e nessuna affermazione sembra campata in aria. L’autore ha comunque concentrato le sue energie sul tema dell’omosessualità arrivando ad affermare che Gesù non ha mai condannato questo orientamento sessuale.

Oggi alla Bicocca il primo convegno sul sesso sadomaso


Si terrà oggi all’Università Milano Bicocca il primo convegno sul sesso sadomaso in Italia. Il BDSM (bondage, dominazione, sadismo e masochismo) è una pratica che coinvolge quasi quattro milioni d’Italiani. Una cifra di appassionati sufficiente a giustificare lo studio approfondito di questo fenomeno, eppure nonostante l’Europa non sia nuova a simili convegni, l’iniziativa è al suo debutto qui in Italia. Il convegno è promosso dal KOB, il collettivo omosessuale studenti delle Bicocca, e verranno analizzati i risvolti sociologici e culturali di una delle manifestazioni dell’eros più controverse. Le reazioni contrarie non sono mancate: per Obiettivo Studenti, collettivo universitario vicino a Comunione e Liberazione, l’iniziativa è di dubbio valore culturale, tanto da affermare che di questi tempi “ci sono modi migliori per spendere i soldi dell´università”.
In risposta a questa polemica, il rettore Marcello Fontanesi ha subito rassicurato l’opinione pubblica, invitando gli studenti a mantenere un tono moderato e un approccio sociologico alla questione. «L’incontro non dovrà scadere in alcun modo nella pornografia» ha precisato il rettore.