Diario di una Maiko: la scuola di seduzione di un’apprendista geisha

Il cuore di un uomo è il cuore del Giappone e finché il cuore del Giappone batterà per una geisha, entrambi sopravvivranno.

Chi è la geisha? Non è una cortigiana e non è una moglie. Soprattutto, non è una prostituta. E’ un’opera d’arte e insieme è un’artista, che vende non il suo corpo ma l’abilità di creare un altro mondo, un mondo dove regna solo il bello, dove erotismo e seduzione sono il risultato di un lungo e difficile percorso.

Sotōri, la giovane protagonista di “Diario di una Maiko” questo lo sa bene. All’età di soli quindici anni, è stata accettata in una okiya di Kyoto. Okiya è come vengono chiamate le boarding house, quasi delle pensioni che addestrano e ospitano le giovani Maiko, le ragazze scelte per apprendere l’antica arte della seduzione. Un arte che Sotōri riconosce nelle leggiadra e soave Naoko, sensuale e famosa geisha. Per lei, Sotōri abbandonerà tutto, casa, famiglia, amori; per lei diventerà una Maiko, cioè un’apprendista geisha, così da poter rivedere ancora quella splendida creatura, terrena e insieme magica.

Erotismo giapponese: la mostra di Daikichi Amano

Daikichi Amano definisce se stesso “la moderna reincarnazione di Katsuhika Hokusai”, celebre pittore giapponese di Ukiyo-e (stampe giapponesi su legno), che fu ispirazione anche per molti impressionisti francesi come Claude Monet. Ma non lasciatevi ingannare dal paragone, perché Amano, talentuoso fotografo giapponese, è più interessato all’eros femminile che alle vedute del monte Fuji. Niente come le sue fotografie rappresentano la sessualità morbosa, perversa e violenta, che ritroviamo espressa nei manga e negli hentai giapponesi più scabrosi.

Dal 7 marzo al 2 aprile, la galleria d’arte Mondo Bizzarro di Roma presenta la mostra Human Nature, che vedrà esposte le opere più controverse di questo geniale artista giapponese che mescola l’eros con una visione della natura assai grottesca. Un universo erotico stravagante, dove le donne sono generalmente sottomesse, prigioniere, e perciò avvinghiate da polipi e altri animali marini che le intrappolano o le schiacciano in una unione anche sessuale, morbosa ma affascinante, che collocano l’artista nel filone dell’erotic grotesque.