Sesso e robot: le fidanzate robot giapponesi

Chissà perché quando si parla di sesso in Giappone è difficile chela robotica non venga in qualche modo inclusa, e ancora più difficile è evitare di chiedersi se questa mania dei robot sia dovuta a una sorta di insoddisfazione per le performance umane o se invece si tratti esclusivamente di un’ossessione per la tecnologia.

Dopo aver creato la macchina che permette ad amanti lontani miglia e miglia di scambiarsi un “passionale” bacio tramite computer, i Giapponesi presentano la fidanzata robot, un prodotto davvero impressionante e, se vogliamo dirla tutta, anche alquanto maschilista.

La fidanzata robot perfetta per i giapponesi è un essere educato, gentile e consenziente, sorride, annuisce e si china in avanti per ringraziare. Una donna dalla pelle e dalle forme perfette che dovrà però essere nuovamente rivisitata dai suoi produttori. Sì, perché dietro a queste maniere da manuale c’è un grosso difetto: la bambola educata non è ancora stata programmata per fare sesso (attivamente!) con il folle compagno che vorrà portarla a casa.

I produttori dichiarano che la riprogrammazione avverrà presto e il mondo intero attende che questo finalmente avvenga, soprattutto perché è ormai noto al mondo la bizzarra idea che i giapponesi hanno del rapporto erotico. Ovviamente, già scattano le scommesse a riguardo: i giapponesi potranno acquistare la bambola per genere? Ad esempio, verranno costruite bambole specializzate in sesso anale, sesso orale o altro? Verranno create bambole trans o saranno bandite? Le bambole riceveranno comandi vocali o basterà schiacciare un banale bottone per dare il via all’incontro? Ma soprattutto,  un essere bionico e creato in laboratorio sarà capace di soddisfare ogni richiesta e far contenti gli uomini?

Nell’attesa, gli uomini si scambiano opinioni on line cercando di rispondere alle domande dei produttori che si affannano in freddi laboratori industriali per creare il rapporto sessuale perfetto offerto da macchine dell’amore programmate per non dire ma di no. Cosa ne pensate?

Photo Credits | Thinkstock

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