Racconti erotici: Tradimento Sexista

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti” di Miss Lucy

Non avevo mai tradito il mio ragazzo, ma quella volta il peccato mi indusse a mentire. Il mio fidanzato aveva un amico molto intrigante e mi attraeva tantissimo, e neanche a lui sembrava dispiacere le mie attenzioni. Una sera, alla fine di un concerto, il mio ragazzo riporta altri suoi amici a casa, con la sua auto, e mi dice di andare con Marco, dato che abitavamo sulla stessa via del ritorno alla meta. Io già ero una scintilla e in preda a un fuoco di litigio e inganno verso di me. Sapevo che se ci avesse provato non mi sarei tirata indietro. Avevo un vestitino corto e le bretelle che modellavano i miei seni. Lui con i pantaloni stretti lasciava intravedere un pacco regalo che avrebbe reso felice la mia instabilità.

Parliamo un pò, ma i minuti corrono più dei chilometri e l’imbarazzo ci crea assuefazione. Rallenta la sua velocità e mentre guida, a tratti mi guarda. Con fare aitante ed elegante disinvoltura, mi accarezza la gamba con la sua mano. Io lo guardo vogliosa di rendere quella serata uno sbaglio carnale. Tutto si dimentica in un vortice del nulla. Si ferma… mi tocca i seni e mi bacia. Distende il sedile e me lo trovo sopra di me, con la sua lingua che inizia a dialogare con la mia “Testa Rossa”. Si scende i pantaloni e ipocrita di frenesia, infila il suo duro nella mia fiammante intimità. Avevamo già molta adrenalina, portata all’estrema sopportazione. Mi cavalca a suon di schemi, è una punizione che castiga il mio provocare.

Diventa una ricerca di piacere e nel suo galoppare… viene, inondandomi i seni e la pancia di liquido estraneo. D’un tratto l’auto acquista un odore diverso, un odore di sesso. Mi infila in bocca la sua arma e la preparo per puntare ancora. Mi do da fare come un pilota attento alle curve. Mi rimette il suo duro dentro la mia “Testa Rossa”, alzandomi le gambe e dirotta il suo aereo verso la mia direzione, facendomi passeggera della leggerezza e dell’obliquità. Godo e ne voglio ancora. Mi muovo a tempo, con i suoi colpi, per sentire meglio gli spari. I vetri appannano un vedere di un consumare rovente. Lui sembra non fermarsi più e io… ne voglio ancora.

Nel crescere di quella sintonia, arriva ancora l’orgasmo, insieme, puntuale, rovente e stavolta nuoto nell’affanno. Ne voglio ancora…

[N.d.a. Trovate altri miei Racconti Sexisti sul mio blog]

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