Racconti Erotici: Rossofuoco

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La luce del locale è troppo forte. A darmi fastidio non è l’intensità, bensì il colore. Non amo il rosso, questa tinta ha in sé troppe sfumature. Rossi sono i graffi che ho impressi sulla pelle, rossi gli occhi segnati dalle lacrime. Rossi sono i segni dei tuoi denti, che stuzzico ancora adesso, sperando invano che non vengano cancellati dal tempo. Li vorrei tatuati sulla pelle. Ti vorrei un’altra volta qui.

Nel frattempo la musica cresce di intensità, sale come un’onda. Mi lascio prendere dal ritmo. Mi volto e fisso il tizio che ho rimorchiato dieci minuti fa. Anche lui mi sta guardando. Molto, troppo intensamente. Benissimo. I suoi occhi neri mi bruciano, mi danno quel calore giusto, quello che mi scioglie dalla bocca fino al seno, al ventre, alla fica. Perfetto.

Una futile voglia di sopravivenza mi ha portato qui stanotte, in mezzo a sconosciuti di cui non rammento neppure il nome. Mi sta bene così. Tiro la gonna fin sopra i fianchi, butto la testa all’indietro e mi offro al primo che mi viene a tiro. Ha un bel viso, un bel corpo. Mi basta.

Non porto le mutandine, e questo sembra piacergli molto. Si avvicina e mi apre di più le gambe, mi accarezza lentamente l’interno delle cosce, poi sale più su, spinge, affonda, mi incita. Chiudo gli occhi, ansimo, mi muovo sopra quel cazzo immaginario, lascio cadere la testa all’indietro, grido. Nessuno sente, nessuno dice niente. La musica copre tutto. Sollevo appena le palpebre, vedo i suoi occhi neri, e li vorrei azzurri come i tuoi. Tu che non ci sei. Tu che scorri ancora nelle mie vene, come sangue. Un desiderio rosso fuoco mi sale alla gola, mi soffoca. Mescolarti con altri uomini è necessario per dimenticarti.

[Rossofuoco © Cristiana Danila Formetta – Tutti i diritti riservati]

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