Racconti erotici: Corde

corde

Appuntamento ogni domenica e lunedì con i “Racconti Sexisti ” di Miss Lucy

Il danno è il sapore che avviene in cute, là dove il piacere tende ad abbellirsi e a mostrarsi con la sensazione di legami, di corde sottomesse a se stesse. Non c’è fuga e via di scampo. Prendo le mie corde da brava maestra, e osservo la tua pelle di donna, il tuo corpo da schiava a me devota. I nostri sguardi dialogano nel mio fare e nel tuo sentire. Inizio dal tuo collo che tanto mi fa eccitare, per andare ai tuoi seni, e a legare i tuoi polsi, per poi finire nella tua intimità e lasciarla stimolata dal tocco della corda. Accarezzo il tuo collo e a tratti mi viene voglia di soffocarti, prendo una catena e stringendola alla tua gola, la blocco al muro, lasciandoti così, sospesa nell’obliquo, in equilibrio con lo spazio.

Voglio per ora, lasciare le tue gambe e i tuoi piedi liberi di muoversi e ne evidenzio i tuoi movimenti da arresa, sconfitta e sottomessa. Prendo la mia lama e inizio a percorrere il tuo essere proprio lì, dove le corde non hanno preso la loro possenza. Lasciarti segni di sangue sono lodi alle tue vene più saziabili e io me ne curo di circostanza. Le piume vagano in una perversa scheggia di rosso, del colore che io voglio mostrare a lividi intesi e ripresi. Non azzardarti a parlare o avrai la tua ferita più brutta da curare. Guardami, perchè gli occhi hanno l’erotismo dello sguardo. Ti penetro con il mio colore, di quel delicato colore di pupille piene di vendetta.

I nodi, sono fraseggi che non hanno paura di esserci e rimanere. Io voglio godere di psicologiche menti che affrontano situazioni e momenti. Voglio godere dell’esplorazione più animata che una gloria osa donare. Rimango in piedi davanti a te e d’istinto ti bendo gli occhi e ti copro la bocca con un nastro adesivo. Alle caviglie ti incateno, sei il mio ostaggio che ubbidisce decisioni e umiliazioni. Prendo le corde, quelle più pesanti, quelle più spesse e ripercorro tutto il tuo corpo, stringendo la mia ragnatela.

La mia opera d’arte termina, quando la mummia non respira più. Io ancora sento il tuo respiro, ho altre opere da continuare, per fortuna….

[N.d.a. Potete leggere altri miei “Racconti Sexisti” o acquistare il mio libro “Diario di una Sexista” sul mio blog]

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