Racconti erotici: L’amante del sesso perverso

Non amo il falso pudore e chi si nasconde dietro a luce oscura. Il buio dona perversione a chi di peccato continua ad amare. Era l’ultima sera che facevamo sesso pieno di sangue, così come è stata l’ultima cena per altre osannate persone. Avevi fatto promesse di carta a tua moglie e ai tuoi figli, ma il sesso che trovavi con me nessuno di loro poteva donartelo. Sembriamo tutti giusti e cattivi nel momento del bisogno, come lente stime di gioie che hanno voglia di farsi sentire. Posso capire ma non accettare, ma rispetto il tuo andare. Non cercare di ritornare, perchè non do a nessuno una seconda possibilità. Una Sexista o si ha, o la si lascia andare per sempre. La parola “per sempre” per me è un fuggire via, non un restare. Io sono l’amante del nostro sesso perverso, la traditrice del senso letale, quello che distrugge il tuo pensare.

Sei venuto a casa mia, raccontando favole a chi ti aspetta dall’altra via. Io non ho mai creduto ai racconti e mai tu me ne hai fatti. Uscire di scena disturba il mio egocentrismo e stasera dovevo fartela pagare almeno un pò, di questo. Voglio spaventare i tuoi stimoli e renderli pesanti nella mia leggerezza e magari prendermi il tuo stato d’animo di quell’istante. Lasciami prendere le ultime cose di te…

Mi hai messo le manette ai polsi, perchè volevi essere ancora volta il padrone assoluto del mio corpo. Mi hai legata a letto e hai iniziato ad abusare del mio volere. Hai dimenticato i preliminari e hai puntato sul tuo duro dentro la mia morbida e bagnata “Testa Rossa”. Ti ho sentito entrare dentro di me come un fulmine deciso a fare male, e hai iniziato a spingere privo di sensi verso la mia interiorità, godendo di sacralità. Non ci hai messo molto a venire, quasi stavi affogando nel tuo orgasmo troppo voglioso e partecipe. Poco dopo sentivo il tuo sapore sulla mia bocca, ti è sempre piaciuto sentire la mia lingua che accarezza la tua arma. Io ho sempre adorato il tuo odore di uomo e di sesso.

Mi giri come una trottola, perchè cosi mi avevi legata, con corde e manette mi hai immobilizzata. Come una cagnetta ribelle ero in posizione di essere mirata da dietro, da un muscoloso organo dominante. Non ti sei degnato del mio primo dolore a quella tua entrata e io ho urlato di vendetta. Ecco che sento il tuo movimento e la tua gioia insaziabile di spingermi . Il piacere mi arriva e inizio a inondarmi di credibile promiscuità. Mi fai sentire dentro tutta la tua genialità, non smetti di farmi vibrare e io dannata mi muovo al tuo fare. Sento dietro di me il tuo corpo che pulsa e che freme ad ogni colpo per ripetere l’azione e il tempo sembra non finire mai. Ti cavalco girata del mio verso, sei sotto di me che trattieni il mio saltare di giri. Ora abbiamo il ritmo più sfrenato, il nostro orgasmo sta arrivando… eccolo, eccolo… I nostri desideri sono arrivati al traguardo.

Stavolta ti lego io e ti bendo, e catturo la tua paura di sentire dolore. Stavolta ti lascio segni, gli ultimi che donano un gesto alla mia sessualità. Strofino il mio corpo al tuo e ti dono i miei morsi e i miei graffi. Potrei puntarti io un’arma diversa dalla tua, ma non ho l’istinto di commettere sbagli, così come invece sei molto bravo tu. Sparisci e non farti più vedere, hai finito di consumare il tuo sesso con me.

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