Pornostar vittime di discriminazione?

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Le pornostar: tutti le amano e non lo ammettono fino a che sono al massimo del loro fulgore professionale. Dopodiché  a meno che il personaggio non abbia saputo crearsi una carriera alternativa, sono destinate al dimenticatoio o ad essere sottoposte a discriminazione. Non ci credete? Basta consultare le cronache italiane.

Mai come negli ultimi tempi capita di sentir parlare di ex pornostar, magari non famossissime, che non riescono a trovare lavoro perchè non “accettate” per quello che erano. L’ultima in cronaca è la storia di una donna che nonostante abbia i requisiti professionali non riesce a farsi assumere come maestra per via del suo passato. Potrà sembrare quasi una battaglia delle “cause perse”, ma è possibile che le donne lavorando del porno rischiano di vedersi sempre la strada sbarrata nel futuro? Poi ci si chiede perchè sempre di più  il porno amatoriale prenda quota.

Molto semplice: spesso basta una videocamera, una maschera che copre gli occhi e tanta voglia di far sesso. Se si ha la possibilità di incanalare i video nella giusta distribuzione o di usufruire di un serio servizio di cam, il gioco è fatto e la reputazione è salva. Altrimenti la discriminazione è al top. Per quanto anche nel resto del mondo una pornostar non è quasi mai priva di persone pronte a giudicarla, vi è sempre meno pressione rispetto a quella riscontrabile in Italia. Cosa ne pensate? In fin dei conti quello della pornostar non è altro che un lavoro come un’altro, un business che dura fino a che i performer hanno la possibilità di lavorare. Il fatto che si parli di pornografia non deve rappresentare un ostacolo.

Altrimenti, tolto Rocco Siffredi, chi può avere la certezza di intraprendere questo lavoro e di uscire in modo serio e pulito anche nel momento in cui si decida di appendere… le mutande al chiodo?

Photo Credit | Thinkstock

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